Il 17 febbraio 1848 i valdesi ottengono la sospirata emancipazione, oggi sono liberi e giustamente celebrano le libertà civili loro accordate insieme agli Ebrei. Oggi, nel febbraio 2022, Italia, i Valdesi sono emancipati, cioè liberi? Non quelli non vaccinati e senza “green pass” di primo, secondo e terzo livello, insieme a tantissimi altri loro concittadini! Per parafrasare un articolo celebrativo su “Riforma” dell’11/2 i valdesi non vaccinati sono stati messi “in stato di servaggio, privi di diritti civili e politici, confinati entro limiti geografici e soggetti ad editti repressivi” in palese e continuata violazione della Costituzione del 1948. Sono sospesi dal lavoro e dallo stipendio, non possono entrare in negozi, servizi pubblici e accede ai trasporti. La dirigenza valdese se ne accorge? No, anzi, è compiacente e sottomessa a iniqui decreti governativi. Dice: “Ricordare il 17 febbraio significa rimettere sempre di nuovo al centro l’Evangelo della libertà”, come pure: “Oggi come ieri le chiese sono chiamate ad impegnarsi verso tutti e tutte coloro che non hanno ancora riconosciuti i loro diritti fondamentali … ad un lavoro dignitoso … ad un’equità di accesso alle cure sanitarie…” ecc. Belle parole, ma del tutto ipocrite quando ci si dimostra ciechi e compiacenti verso un governo sempre di più tirannico e dittatoriale come quello italiano di oggi. Come reagiscono? Che fanno per avversarlo? La libertà di culto è importante e va difesa. Alcuni potranno (forse) essere liberi di andare nel locale di culto a pregare, ma che dire dei “non vaccinati” costretti a rimanere nel loro comune senza poter raggiungere un luogo di culto? Chi se ne importa? Sono cittadini di seconda categoria? Appestati e criminali? Ma… non lo erano tutti i valdesi e gli ebrei un tempo? Celebreremo la libertà solo dopo che l’avremo riconquistata contro gli abusi del governo italiano di oggi.
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