Volgere gli occhi a Cristo. Non dobbiamo ricorrere ad altro, dato che lui solo è fonte di vita

Dall’Istituzione della religione cristiana di Giovanni Calvino
Anzitutto, se vogliamo ottenere la clemenza paterna di Dio e la sua benevolenza, dobbiamo volgere gli occhi a Cristo nel quale, soltanto, il Padre si compiace (Matteo 3:17). Se cerchiamo la salvezza, la vita e l’immortalità del regno di Dio, non dobbiamo ricorrere ad altro, dato che lui solo è fonte di vita, porto di salvezza e erede del regno dei cieli.
Di conseguenza, quelli che Dio ha scelti come suoi figli, non è detto che li abbia scelti in sé stessi, ma piuttosto nel suo Cristo (Efesini 1:4), poiché non li poteva amare che in lui e non li poteva onorare della sua eredità se non mettendoli innanzitutto in comunione con lui.
E se siamo eletti in Cristo, non troviamo dunque in noi la certezza della nostra elezione, e neanche in Dio Padre, se lo immaginiamo a sé stante, senza suo figlio.
Cristo è dunque uno specchio, nel quale è opportuno che contempliamo la nostra elezione, e nel quale la contempleremo senza essere ingannati.
Per il fatto che egli è colui nel quale il Padre celeste ha deciso di incorporare coloro che da ogni eternità ha voluto fossero suoi, per riconoscere come suoi figli tutti coloro che riconoscerebbe come membri di lui. Abbiamo una testimonianza chiara  evidente del nostro essere iscritti nel libro della vita, se abbiamo comunione con Cristo.
Orbene, questa comunione egli l’ha sufficientemente manifesta a noi quando attraverso la predicazione dell’Evangelo ci ha attestato che ci viene dato dal Padre, per essere nostro con tutti i suoi beni (Romani 8:32).
È detto che ci rivestiamo di lui, che siamo uniti a lui, che viviamo in quanto egli vive.
Viene spesso ripetuta l’affermazione che il Padre celeste non ha risparmiato il suo unico figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca (Giovanni 3:16). È detto che chiunque crede in lui è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5:24). In questo senso egli si definisce “pane di vita” (Giovanni 6:35), dicendo che chiunque ne mangerà non morrà.
Egli attesta che tutti coloro, dai quali sarà accettato con vera fede, saranno considerati figli del Padre celeste. Se desideriamo qualcosa di più che essere figli e eredi di Dio possiamo salire più in alto di Cristo, ma se quello è il nostro obbiettivo ultimo, non è forse insensato cercare all’infuori di Cristo quello che abbiamo già ottenuto in lui e che non si può che trovare in lui?
Inoltre, poiché egli è la saggezza eterna del Padre, la verità immutabile, il fermo volere, non dobbiamo temere che quel che ci dichiara per bocca sua possa minimamente divergere dalla volontà del Padre, che noi ricerchiamo. Anzi, egli ce la manifesta fedelmente, quale è stata fin dall’inizio e quale deve essere sempre.
È detto che Cristo riceve sotto la sua protezione e tutela coloro che ha illuminati della sua conoscenza e introdotti nella comunità della sua Chiesa. Inoltre è detto che il Padre gli ha affidato e dato in custodia tutti coloro che accoglie, perché li conduca a vita eterna (Giovanni: 6:37, 39. 17:6,12). Che vogliamo di più? Il Signore Gesù proclama ad alta voce che il Padre gli ha affidato coloro che vuole siano salvati.
Perciò quando vogliamo sapere se Dio ha deciso di salvarci, cerchiamo di sapere se ci ha affidati a Cristo, da lui costituito unico salvatore di tutti i suoi. Se pensiamo di non sapere se Cristo ci ha ricevuti sotto la sua protezione, egli ci previene, risolvendo questo dubbio quando si presenta come pastore e dichiara che ci annovererà nel numero della sue pecore se ascoltiamo la sua voce (Giovanni 10:3). Accogliamo dunque Cristo, poiché egli si presenta con tanta benignità e ci precede  per accoglierci. Non c’è dubbio che Egli ci terrà nel suo gregge e ci conserverà nel suo ovile.

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