Quando abbiamo pubblicato “L’urgenza del regno di Dio” di Giorgio Modolo, immaginavamo che qualcuno avrebbe mostrato di scandalizzarsi. Ma nientemeno che MicroMega! La rivista molto chic, che – apprendiamo da Wikipedia – era inizialmente sottotitolata “le ragioni della sinistra”, per poi abbandonare il sottotitolo fisso a sottolineare l’appartenenza a «una sinistra dichiaratamente eretica e radicalmente libera da appartenenze di partito».
La pretenziosa pubblicazione è peraltro parte del colosso editoriale Espresso/Repubblica, che fattura quasi un miliardo di euro all’anno, e possiede anche diverse radio nazionali. Ebbene, l’articolo di Modolo è stato violentemente attaccato dal blog di MicroMega gestito dal pastore valdese (tale è ufficialmente) Alessandro Esposito, che ha raggiunto fama nazionale per aver celebrato nell’aprile 2010 ciò che proprio Repubblica ha definito, non smentito da Esposito, “matrimonio” tra due donne, peraltro non valdesi e in incognito, che si firma “pastore valdese in Argentina”. Insomma, le cose che scrive le scrive in quanto pastore valdese, in una rivista schieratissima politicamente.
Va anche ricordato che l’articolo “L’urgenza del regno di Dio” rispondeva a uno pubblicato su Riforma con il titolo “L’urgenza della laicità”, a firma di Monica Lanfranco, “giornalista, femminista, formatrice sui temi della differenza di genere”. Lanfranco è dichiaratamente atea e pertanto il “settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi” trova molto appropriato ospitarne gli scritti.
La frase centrale del suo articolo è questa: “La religione – tutte le religioni – è discriminatoria, misogina e omofobica. L’Islam lo sembra di più oggi perché detiene potere politico. Nel Regno Unito, dove il Cristianesimo sembra più ‘adeguato’ perché è stato messo nell’angolo dall’illuminismo, la Chiesa Anglicana continua ad avere sussidi statali ed ha uno stretto rapporto con la monarchia e lo Stato. Ci sono vescovi che appartengono alla Camera dei Lord e ai gruppi religiosi è permesso esercitare discriminazioni contro omosessuali o altri soggetti, a causa dei loro credo”.
Questo grossolano anticristianesimo, che si spinge ad auspicare l’obbligo per le chiese di celebrare matrimoni gay e l’esclusione degli ecclesiastici dalle cariche politiche, non solo non suscita alcuna reazione nel “pastore valdese” Esposito, ma egli si scaglia contro Giorgio Modolo (colpevole di aver reagito alle parole della Lanfranco) con parole aggressive e insultanti: “allibente ricettacolo di scempiaggini, espressione del fondamentalismo più retrivo e ignorante” e molte altre, degne per il loro tono del più incallito inquisitore medievale. Ciò che più scandalizza il ministro di culto è la frase dove il fratello Modolo dice: “Qualsiasi moralità poggia su fondamenti religiosi”. I neo-moralisti chic alla MicroMega venerano contemporaneamente l’ateismo anticristiano e un perbenismo moralista legalista e formalista, purché le leggi siano loro simpatiche e chi le trasgredisce sia loro antipatico: ecco perché la frase di Giorgio Modolo li mette in crisi e li fa reagire in modo scomposto.
Tali reazioni dimostrano che Modolo ha ragione, purché si voglia capire che anche l’ateismo, il politically correct, il materialismo marxista si possono definire religioni. La pura razionalità infatti non spiega perché – ad esempio – il forte non dovrebbe opprimere il più debole: si tratta di una scelta morale basata su convincimenti personali. E gli anti cristiani hanno moralità strettissime, seppure su altri parametri. E la religione dei politically correct è più irrazionale e contraddittoria di molte religioni vere e proprie.
(1 – continua)
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