Vertici valdesi avvertiti già nel 2010! Lo dice, per sbaglio, anche Riforma…
Da tempo abbiamo segnalato il deterioramento dei rapporti tra la Chiesa Valdese e la Federazione delle Chiese Pentecostali, la seconda aggregazione pentecostale in Italia, forte di oltre 45mila aderenti, più del doppio della Chiesa Valdese, e con un tasso di partecipazione ai culti altissimo e vicino al 100%. Già nel giugno 2010, dopo la benedizione dell’unione della coppia gay nel tempio di Milano, la FCP aveva emesso un durissimo comunicato che esprimeva “netta contrarietà sul piano biblico e teologico”.
Ad agosto, poi, un gesto molto forte – censurato dai mezzi di informazione valdesi: il mancato invio di una delegazione al Sinodo Valdese da parte della FCP. Negli ultimi dieci anni c’era sempre stata. Noi per un po’ non abbiamo reso noto il fatto, in attesa di averne la certezza. Abbiamo poi saputo di una lettera inviata dalla federazione pentecostale e abbiamo sperato che ci fosse da parte valdese qualche reazione positiva. Invece nulla. Nel novembre scorso abbiamo così dato la notizia, tenuta nascosta dai mezzi di informazione ufficiali e non “deplorati” dal Sinodo come invece è stato questo sito.
Una reazione c’è stata, ma non positiva. Riforma, nel gennaio 2012 ha pubblicato un articolo su un convegno tenutosi in novembre, nel quale si dava ad intendere che non solo ci fosse ancora un dialogo con le chiese pentecostali, ma che questo dialogo avvenisse proprio sulle benedizioni alle coppie dello stesso sesso. Come abbiamo scritto, la realtà è ben diversa: il presunto dialogo consiste nella partecipazione, due mesi prima, a un convegno che vedeva la presenza di diversi valdesi, peraltro non organizzato dalla Chiesa Valdese, da parte di un pastore appartenente a una formazione nata nel 2006, talmente poco rappresentativa della realtà pentecostale da essersi vista inibire dal Tribunale di Roma l’uso del nome Assemblee di Dio e da raccogliere non più dell’1 per cento dei pentecostali italiani.
Ora però la notizia è un’altra e molto forte. La FCP ha interrotto il dialogo con la Chiesa Valdese. Di questo abbiamo ben tre fonti.
Una è un contatto diretto con la FCP, sia pure di carattere riservato, avvenuto presso la sua sede nazionale di Aversa.
La seconda è sul sito buonanotizia.org, che fa riferimento all’Alleanza Evangelica Italiana. Da qui si apprende che i membri valdesi del tavolo del dialogo erano già stati avvertiti che questo poteva avvenire fin dal 2010, quando il Sinodo Valdese approvò le benedizioni omosessuali. Evidentemente, di fronte all’indifferenza dei dirigenti valdesi, i fratelli pentecostali non hanno potuto che interrompere il dialogo, divenuto ormai oltremodo imbarazzante.
La terza fonte, sorprendentemente, è proprio Riforma. Nel nostro articolo “LE STRAVAGANTI TESI DEL PASTORE…” riportiamo una frase del pezzo uscito a gennaio sul settimanale diretto dal pastore Luca Maria Negro, pronunciata dal pastore Tambone della frazione pentecostale che ancora interloquisce con i valdesi: “tanto la decisione della chiesa valdese di ammettere la benedizione delle coppie omosessuali quanto la reazione di molte chiese pentecostali che hanno immediatamente interrotto la collaborazione e il dialogo con la chiesa valdese sono decisioni catastrofiche per la comunione fraterna. Certamente anche i rapporti della sua chiesa con quelle valdesi e metodiste non escono rafforzati e incoraggiati dalla risoluzione sinodale del 2010”. Ecco dunque: il dialogo e la collaborazioni sono interrotti.
E il tentativo di far passare la chiesa del pastore Tambone per “le chiese pentecostali” non fa che aggravare il quadro. La Chiesa Valdese, cui sarebbe normale che tutti gli evangelici italiani guardassero come riferimento non solo storico e attuale, è oggi penosamente isolata dalla stragrande maggioranza di loro. Al di fuori delle chiese che aderiscono alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, non c’è quasi alcun rapporto. Ecco i tristi risultati cui ci hanno portato.
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