Sulla prima pagina del “settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi” Fulvio Ferrario, professore di Teologia sistematica alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, replica alle numerose critiche giunte dopo la benedizione gay di Milano.
L’articolo non fornisce però neppure l’ombra di una risposta alle critiche di carattere biblico e ecclesiologico formulate in questo sito e da varie formazioni protestanti rappresentative di decine di migliaia di persone in Italia (che in parte abbiamo pubblicato e altre ne pubblicheremo). Anzi, per essere più sicuri, Riforma, con una tecnica che già abbiamo visto usare dall’agenzia NEV, neppure ha dato la notizia di tali critiche, se non in questo articolo, dove appena le cita (l’accusa alla Chiesa Valdese è “la peggiore che si potrebbe rivolgere a una chiesa: non solo il messaggio biblico verrebbe calpestato, rendendo servile omaggio alla mentalità di questo secolo, ma si bestemmierebbe la parola di Dio invocandola nella forma più impropria, e anzi perversa”). Con grande afflato pluralistico, poi, finge che questo sito non esista (eppure un anno fa ci scrisse una bella lettera ed ora, partiti dal nulla, abbiamo superato i 62mila contatti).
Qual è dunque il messaggio dell’articolo?
Chiedere agli autori delle critiche di riconoscere che il Sinodo ha “agito in spirito di preghiera e in uno sforzo di discernimento”: “a chi nega non solo la fede, ma la buona fede altrui, è difficile opporre argomenti”. Poi, afferma la necessità di “approfondire la riflessione” all’interno delle chiese che hanno promosso le benedizioni, precisando che non sta “ritrattando nulla né proponendo retromarce”.
Insomma, forse Lor Signori risponderanno alle obiezioni, ma solo a condizione che chi osa farle riconosca il loro “spirito di preghiera”.
Non sappiamo se le organizzazioni e chiese evangeliche che hanno criticato la decisione del Sinodo valdese risponderanno a Ferrario.
Da parte nostra, riteniamo che, a 11 mesi da quel Sinodo, indipendentemente dalle critiche e dal loro tono, la nomenklatura della Chiesa Valdese dovrebbe spiegare i tanti punti oscuri delle benedizioni omosessuali e non tappare la bocca ai membri di chiesa che le criticano, dopo averli arrogantemente ignorati durante il Sinodo. Infine, la discussione andrebbe approfondita prima di decidere, non dopo. Almeno in un contesto democratico o anche solo consapevole.
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