Il 26 agosto abbiamo ricevuto questo articolo, che – per nostra carenza – pubblichiamo solo oggi. Resta comunque di grande interesse. Ricordiamo a coloro che saranno disturbati dal contenuto, o semplicemente hanno una versione o visione diversa su quanto accaduto in Sinodo, che noi non pratichiamo la censura e dunque pubblicheremo quanto ci scriveranno.
Nella seduta Sinodale di ieri, 25 agosto, è andato in onda l’ennesimo colpo alla credibilità della nostra Chiesa.
Con un voto di 71 favorevoli e 79 contrari o astenuti il Sinodo ha respinto l’Atto proposto dalla Commissione d’Esame sull’operato
della Tavola teso a ottimizzare l’impiego dei Pastori nelle nostre Chiese, che così recitava: “Il Sinodo… invita i pastori e i diaconi ad assumere nello svolgimento del loro ministero una modalità di lavoro sempre più orientata alla collaborazione: … informando periodicamente i concistori/CdC sulla propria attività”…
Dai nostri Pastori è venuta una levata di scudi contro il capoverso che prevedeva per loro il dovere d’informare le rispettive comunità (attraverso i Concistori) circa lo svolgimento della loro attività pastorali, al fine di poterle maggiormente coordinare con quelle delle Chiese.
Questo invito proprio non è andato giù alla maggioranza dei nostri Pastori, che essendo anche maggioranza dei membri con diritto di voto nel Sinodo (benché non eletti dalle Chiese!), hanno prima fatto di tutto per emendare l’atto dall’invito incriminato, per poi farlo respingere in toto, sebbene contenesse altri provvedimenti utili per la vita delle Chiese, ma che di fronte a quell’invito non gradito, si potevano benissimo sacrificare!
E’ ormai chiaro che molti dei nostri Pastori si sentono dei piccoli “padreterni” e non vogliono più dover rendere conto a nessuno, e men che meno alle loro pecorelle (comunità).
Che dire? Dagli schermi abbiamo assistito a uno spettacolo penoso che mai avremmo voluto vedere nella nostra Chiesa, ma ormai non ci meravigliamo più di nulla vista l’aria che tira ultimamente nel Corpo Pastorale Valdese.
Nikodemos
Il Sinodo Valdese riserva sempre sorprese. Sembrava che il massimo dell’opacità, della mancanza di trasparenza fosse stato raggiunto con la decisione del 2011 di impedire ai membri di chiesa, contro il Regolamento, di assistere ai lavori, in aperta violazione del Regolamento, anche per quanto riguarda le modalità di voto, poiché il voto “palese”, cioè per alzata di mano, è diventato segreto, visto che nessuno può vederlo. Ma il Sinodo 2014 ha fatto non uno ma due passi avanti (o indietro,a seconda di come la si vede): censurata la lettera del Papa, pure se menzionata e perfino celebrata, e – apprendiamo dalla lettera di Nikodemos – addirittura censurato il Sinodo stesso e la Commissione d’Esame.
Infatti, come abbiamo visto, la lettera fraterna di Papa Francesco non è stata mai pubblicata, ma ne sono solo stati citati alcuni stralci, per nascondere la clamorosa gaffe commessa dal Pontefice, o più probabilmente dal suo scribacchino, di invocare “l’intercessione di Maria Vergine” sui lavori della massima autorità della chiesa valdese, la quale crede che l’unico intercessore sia Gesù Cristo. Dalle fonti valdesi apprendiamo solo che ha detto qualcosa sulla “santità” che non è dato sapere, ma che Riforma ha comunque difeso. Ha rotto il silenzio solo il tweet di Roberto Davide Papini, subito ripreso da valdesi.eu. Poi anche Riforma ha dovuto ammettere la faccenda dell’intercessione, ma è davvero incredibile che di un fatto definito “storico”, e cioè la lettera del Papa al Sinodo Valdese, non si abbia il fatto, e cioè la lettera, ma solo stralci di essa. Speriamo ancora che il sito del Vaticano risolva il problema pubblicando la lettera papale, insieme alle altre: per ora non l’ha fatto, forse lo farà.
Ma la lettera di Nikodemos ha aperto un caso, meno clamoroso perché non riguarda un personaggio famoso come Papa Bergoglio, ma più grave perché qui l’occultamento – se non fosse, ancora una volta, per noi di valdesi.eu – sarebbe stato totale, e avrebbe nascosto un fatto assai increscioso prodottosi all’interno della chiesa e del Sinodo stesso. Ecco i punti principali:
1) L’ordine del giorno bocciato è stato presentato non da membri qualsiasi, da dalla Commissione d’Esame, eletta dal Sinodo 2013, che ha l’incarico di studiare tutta la documentazione che riguarda l’operato della Tavola e della Chiesa Valdese nel suo insieme e incontra i responsabili dei vari organismi a cominciare dalla Tavola. Conosce perciò la situazione meglio di chiunque altro. Infatti è talmente raro che una sua proposta venga bocciata che i diversi frequentatori del Sinodo che abbiamo interpellato hanno detto di non ricordare alcun caso in cui ciò sia avvenuto. Questo fatto, indipendentemente dall’argomento trattato, è clamoroso. Gli stessi numeri, 71 contro 79, indicano un contrasto fortissimo.
2) Ancor più incredibile che nessuno degli organi di informazione ufficiale valdesi, le quattro sezioni di Riforma, i comunicati stampa del Sinodo, Radio Beckwith, l’agenzia NEV, e il sito ufficiale, abbia dato la notizia. Un vero e proprio occultamento.
3) Nikodemos afferma che sono stati i pastori a voler bocciare il testo perché imponeva loro di rendere conto della loro attività ai concistori, cioè ai rappresentanti eletti della comunità. Nessuna smentita è finora giunta, e – in questi casi – chi tace acconsente.
4) Va ricordato che il Sinodo è, da qualche decennio, dominato dai pastori che ne rappresentano la maggioranza dei membri, e almeno la metà degli aventi diritto al voto. A differenza di quanto accadeva tre secoli fa, quando la parola “democrazia” era patrimonio di qualche studioso di storia greca antica, ma i due terzi dei membri del Sinodo erano eletti dai membri di chiesa e solo un terzo erano pastori. Mai come nel caso di questo ordine del giorno, di cui sarebbe bello conoscere il testo, questa sproporzione si è dimostrata ingiusta e dannosa.
In sintesi:
– la maggioranza del Sinodo è formata da membri non eletti, i pastori e qualche diacono, che sono tali perché hanno passato qualche esame tenuto da altri pastori, e non esitano a far pesare i loro numeri;
– il Sinodo si svolge a porte chiuse, in violazione del suo stesso regolamento, e i voti sono in pratica sempre segreti;
– non c’è alcuna trasparenza sui suoi lavori, tanto che non si può conoscere il testo dei documenti votati, approvati o bocciati che siano, ma solo alcuni, o parte di alcuni, scelti naturalmente da lor signori;
– non c’è trasparenza sui componenti dell’assemblea: da nessuna parte trovate i nomi né dei pastori e diaconi con diritto di voto, né degli eletti dai membri di chiesa, né degli altri membri di diritto; solo nel 2012 si sono dati almeno i numeri, ma la buona pratica è stata in seguito abbandonata;
– non c’è quasi mai l’esito delle votazioni e, ad esempio, nel 2010, si fece passare per “ampia maggioranza”, il 58% dei membri che votò per le benedizioni alle coppie dello stesso sesso.
Infine, se qualcuno disturba, o fa notare queste cose, noi di valdesi.eu, per esempio, si becca una “fatwa sinodale”, non spiegata da nessuno, contro la quale non c’è possibilità alcuna di appellarsi.
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