L’INTERVENTO DI SERGIO MALAN AL SINODO 2011

Sì all’accoglienza, netto dissenso sulle benedizioni alle coppie omosessuali – un comportamento censurato chiaramente dalla Bibbia

Io sono nato in un posto che si chiama Mourcious, che voi non sapete dov’è. È nelle Valli, però su questo punto la penso come i fratelli africani, una parte dei fratelli africani, e quindi sulla questione delle benedizioni delle coppie dello stesso sesso permettetemi di esprimere il mio netto dissenso rispetto alle decisioni assunte dal Sinodo dell’anno scorso.

Certo, siamo oggi sottoposti in ogni ambiente a un intenso battage teso a far sì che la nostra società le chiese accettino ed approvino l’omosessualità come uno stile di vita legittimo, accettabile, una preferenza sessuale al pari di ogni altra. Coloro che si oppongono a questo su base morale e religiosa vengono di solito dipinti come ignoranti, bigotti, razzisti, degli omofobi portatori di giudizi superati che dovrebbero solo finalmente tacere. Per fortuna nel Sinodo posso parlare, non debbo tacere.

È vero, alcuni odiano gli omosessuali e tale sentimento non è in alcun modo giustificabile. Il vero cristiano non deve odiare nessuno, ma deve relazionarsi con tutti secondo i comandamenti di Dio. Il cristiano deve amare gli omosessuali come qualsiasi altra persona, essendo però con loro, come con tutti, biblicamente onesto, avendo cioè come unico riferimento la Bibbia e non tenendo conto della società e della cultura contemporanee, permissive, mutevoli e sostanzialmente pagane. E mi pare sia chiaro a tutti che in questo contesto nessuno mette in discussione tanto meno io la questione dell’accoglienza e del dialogo, quindi sono contento che Luca nella sua chiesa trovi accoglienza e dialogo. Però, io sull’argomento non ho posizioni da difendere o battaglie da vincere o da perdere, ma un’esigenza profondamente sentita, direi inderogabile, quella si, di fare chiarezza sulla questione della benedizione delle unioni omosessuali da parte della Chiesa Valdese e questo per capire la fedeltà o meno di tale atto a quanto ci dice la Bibbia.

In effetti, al di là delle dotte discussioni su cosa sia una benedizione e quali tipi di benedizione possano sussistere o da ultimo il concetto di moltiplicare le benedizioni, secondo me impartire una benedizione o richiedere al Signore di benedire qualcosa o qualcuno vuol dire in ogni caso che la Chiesa è d’accordo coi richiedenti sull’oggetto della benedizione sul loro modo di comportarsi e presentarsi davanti a Dio, anzi non solo è favorevole, ma in quanto ne benedice l’atto in un certo modo lo indica come un modello di riferimento da seguire. Ora, io non ho nel mio bagaglio personale degli studi teologici, non ho avuto il privilegio di farli. Ho fatto un altro lavoro e non essendo quindi dotato di strumenti che altre persone erudite e dotte possono portare ho pensato di leggervi – visto che la pastora Zell ha detto che i pastori seguono e non dimenticano niente della Bibbia – il testo sull’omosessualità che a me fa problema. Non è nelle mie intenzioni ve lo assicuro utilizzare il passo biblico come una clava per colpire qualcosa o qualcuno né oltraggiare o discriminare chicchessia, anche se è stato detto un una intervista che è apparsa su Repubblica a firma Natalia Aspesi, ma interrogarmi e interrogare anche voi membri di questo Sinodo su tale passo. Vi leggo pertanto dalla lettera dell’apostolo Paolo, capitolo 1, i versetti 26 e 27:

Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura, e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento”.

Sono parole dure, pesanti, scritte da un gigante della fede – su questo penso che siamo tutti d’accordo – l’apostolo Paolo, l’apostolo delle genti. Forse dobbiamo a lui anche di essere qui oggi a dire quello che possiamo dire. Si potrà dire tutto di lui, ma non certo che è l’ultimo retrogrado e razzista cristiano quale potrei essere io. Vi chiedo ora onestamente: come si può pensare di superare e non tener conto di quanto precede e prendere una decisione che impegna la chiesa a benedire un comportamento che è censurato così chiaramente dalla Bibbia? Io non ci riesco, in tutta onestà la mi comprensione della Bibbia me lo impedisce e se qualcuno pensa di potermelo spiegare diversamente gliene sarei molto grato. Però, con la stessa onestà intellettuale dovrebbe essere aperto al confronto e quindi eventualmente anche ad approdare a conclusioni diverse da quelle in cui ora crede essendo noi tutti consapevoli che la verità non è patrimonio di nessun uomo, ma solo del Signore.

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