Il Bollettino SAV di ottobre è molto ricco e interessante. Leggetelo qui, stampatelo, diffondetelo. Ecco uno degli articoli:
Il 3 ottobre, dalle 18 alle 20 si e celebrato il primo culto SAV a scadenza regolare, presso Forterocca di Bobbio Pellice. Pensavamo di essere, in pochi ma grazie Dio, abbiamo avuto un gruppo consistente, non numeroso ma partecipativo. Siamo felici e grati al Signore per i momento vissuti insieme al cospetto della sua presenza. Ringraziamo DIO per il bel momento di preghiera partecipata in tanti e la Cena del Signore che rafforza la nostra fede. Il Sermone del past. Stefano Janavel è stato basato sul testo biblico di Romani 12,1-2 “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”.
A questo riguardo, un nostro fratello ha scritto: “Il culto di sabato è stato decisamente positivo ed edificante. (…). So bene che non è il primo culto SAV ma è il primo “culto regolare”, con l’impegno a renderlo stabile “ripristinando il culto del Signore”, e questo lo ha reso, per me, particolarmente importante.
Per grazia di Dio, la sala era piena o quasi, e questo in Val Pellice, è un miracolo due volte: 1) perché la gente già va pochissimo ai culti della chiesa valdese (…) nonostante poi si adeguino in tutto alle direttive del pastore, 2) perché meno ancora dovrebbero venire al culto di noi ‘pazzi di SAV’ con tutte le calunnie sul nostro conto. Ho trovato un’atmosfera fraterna e cordialle [con] buona disposizione d’animo di ciascuno e attraverso l’atteggiamento di Esteban Janavel, autorevole e deciso, ma anche cordiale e “familiare”, grazie anche alla presenza della figlia, che ha cantato benissimo un inno in spagnolo. La conduzione di Esteban mi è molto piaciuta, incluso naturalmente il sermone, su un testo appropriato all’occasione e svolto in modo chiaro, semplice, ma profondo e coinvolgente. Le preghiere spontanee alla fine non sono state né troppo poche né troppe. (…) Per la prima volta dopo tantissimo tempo (a pensarci forse per la prima volta da quando sono adulto), mi sono sentito “a casa”, o meglio “nel posto giusto”. Anche i culti estivi sono stati assai positivi, ma – appunto – erano episodici, un po’ come le vacanze: anche se il posto è bello, sai che è provvisorio e non è “casa”. Abbiamo davvero ripristinato il culto del Signore nel “suol dove i padri han giurato al Signor di serbar fedeltà”, proprio a poche centinaia di metri da lì. Me ne sono reso conto un paio d’ore dopo. Per un impegno non religioso ero in una chiesa cattolica di Cherasco. Guardando tutte le robe barocche, statue, dorature, dipinti, madonne, mi è venuto in mente quando, il 6 settembre 1689 i Valdesi arrivarono a Ghigo di Prali e trovarono il loro tempio trasformato in chiesa cattolica. Cito vagamente a memoria: “buttammo fuori tutti gli arredi e gli idoli, più dalla finestra che dalla porta per fare più in fretta, e tenemmo il culto” con Arnaud che predicava sul battente di una porta sollevato a fare un piccolo podio proprio sulla soglia, perché potessero udirlo e vederlo da dentro e da fuori… Ebbene, mi sono detto: abbiamo fatto la stessa cosa, buttando fuori dal tempio (cioè dalla nostra assemblea, cioè la chiesa propriamente detta), gli idoli immateriali ma molto più insidiosi: gli ashtarot delle ideologie, i Baal del mondo (cui l’apostolo Paolo, attraverso il messaggio di Esteban, ci ammonisce a non conformarci), il vitello d’oro della laicità, l’abominio del culto dell’uomo che vuole piegare Dio ai suoi voleri e financo alle sue depravazioni, gli dei d’Egitto che tengono nella schiavitù dell’apostasia.
Insomma, ancora lode a Dio, grazie a Esteban e a chi l’ha aiutato, a tutti i fratelli e le sorelle che hanno pregato durante il culto e a quelli che l’hanno fatto per il culto (…) [da lontano].
Grazie a Daniela per tutto quello che fa a Costantino per aver preso l’impegno di condurre il prossimo culto”.
(prima parte)
Lascia un commento