Abbiamo oltre otto secoli di storia, in cui si è testimoniato l’Evangelo a caro prezzo.
Voglio continuare a credere che nella Chiesa del Signore, non sia necessario innalzare bandiere rosse o arcobaleno per venire considerati bravi protestanti, bensì tenere alto il vessillo della croce, come scritto in un vecchio inno.
Questo appello non lo vivo come una sorta di libello per distinguere i buoni dai cattivi, i santi dai peccatori, ma come una voce di valdesi ed altri evangelici che sentono il bisogno di affermare il loro senso di identità cristiana protestante. Chi non ci segue, non è da me “scomunicato”, inviso o altro, ma spero possa cogliere nelle nostre parole un reale appello alla riforma e non un atto di protagonismo: non siamo reazionari. Un appello al Sinodo è cosa ben diversa dalle varie spaccature sorte nel protestantesimo. Ci appelliamo a una autorità riconosciuta, invocando l’opera dello Spirito nei cuori.
Amo la Chiesa Valdese di cui sono membro, luogo dove ho trovato ciò che cercavo a livello umano e spirituale. Amare, però, non significa essere privi di obiettività né soffocare le proprie idee o opinioni.
Io spero che vi siano delle reazioni, dei cambiamenti in occasione del Sinodo. ma il cambiamento più bello per me, per noi è sapere che oggi siamo cambiati, vediamo le cose con occhio diverso.
Dio vi benedica
Marco Soranno, Roma
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