Adattamento di Isaia 53.
Profezia di circa 700 anni prima di Cristo.
Leggendo, tenere presente il racconto della conversione dell’eunuco: “L’eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: ‘Di chi, ti prego, dice questo il profeta? Dì se stesso oppure di un altro?’ Allora Filippo prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù” (Atti 8:35).
Dio volle far crescere Gesù Cristo come una radice che esce da un arido suolo senza avere né forma, né bellezza da piacerci.
Il Figlio di Dio fu disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia. Fu spregiato e noi non ne facemmo stima alcuna. Gesù, tuttavia decise di portare le nostre malattie e di caricarsi dei nostri dolori; ma noi lo reputammo colpito, percosso da Dio e umiliato.
Il Signore fu trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace cadde su di lui e mediante le sue lividure noi siamo guariti.
Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma la volontà di Dio fu quella di far ricadere su di lui, Figlio di Dio, l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.
Dopo l’arresto e la condanna fu tolto di mezzo e tra quella sua generazione chi rifletté che il Cristo fu strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli fu con il ricco Giuseppe d’Arimatea, perché non aveva commesse violenze; né ci fu inganno nella sua bocca…
“MA PIACQUE AL SIGNORE”… stroncarlo con i patimenti.
Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, Cristo vedrà una discendenza; prolungherà i suoi giorni e l’opera del Signore prospererà nelle sue mani.
Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il servo di Dio , il giusto renderà giusti i molti e si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò Dio gli darà in premio le moltitudini. Gesù Cristo dividerà il bottino coi molti perché donò sé stesso alla morte e fu contato fra i ladroni malfattori, perché egli portò i peccati di molti e la sua fu un’intercessione per i colpevoli.
A questo punto due parole ancora sull’ira di Dio, perché qualcuno mi ha chiesto di non parlarne più di questo argomento perché spavento la gente.
Dio è amore, ma non è “il buon Dio” che perdonerà tutti, ma solo i “i molti” per i quali Cristo è morto subendo l’ira di Dio; sì! su suo Figlio, Dio scatenò la sua ira contro il peccato.
“Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio non ha la vita” (1Giovanni 5:12)
“Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).
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