di Nikodemos
Qual’è il male che affligge la Chiesa Valdese? A questa domanda si possono dare molteplici risposte, e quasi tutte formeranno un elenco di cose che non funzionano nella nostra Chiesa.
La risposta che però può comprenderle tutte è quella che individua la causa che sta a monte, quella che ha originato il lento ma inesorabile declino della nostra Chiesa, fino a portarla all’odierna situazione di forte sofferenza.
La ragione d’essere di una Chiesa Cristiana è la testimonianza dell’Evangelo, sia interna, ovvero tra i membri di Chiesa che condividono la fede comune in Gesù Cristo, sia esterna, ossia l’annuncio dell’Evangelo al mondo (evangelizzazione).
Definito questo fine, o scopo, di ogni Chiesa, tutto il resto rientra tra i mezzi, gli strumenti e le modalità con cui ognuna opera per conseguire questo fine.
Un Chiesa sana pone al centro della sua opera la testimonianza dell’Evangelo, ossia pone Gesù Cristo e il suo messaggio di salvezza al centro di tutto, secondo il principio che Dio ha creato l’uomo e quindi la Chiesa.
Quando però una Chiesa invece di Gesù Cristo pone l’uomo al centro del suo messaggio, secondo la concezione che è l’uomo ad aver “idealmente creato Dio”, ecco che la Chiesa comincia a soffrire di un male oscuro.
La nostra Chiesa purtroppo ormai da tempo sta ponendo l’uomo al centro della sua teologia e quindi della sua azione/predicazione. Ecco che tutto viene fatto in funzione dell’uomo e non più dell’Evangelo, cioè di Dio.
Per compiacere ed essere accettata dal mondo (società civile) la Chiesa Valdese sta progressivamente abbandonando la retta e buona dottrina evangelica, quella che ci viene dalla “Sola Scrittura” così come postulata dalla Riforma, per accogliere e professare dottrine non-bibliche o comunque distorcere quelle bibliche ad uso e consumo di un’ideologia laica.
La fede che si professa (e quindi si vive) nelle nostre chiese, è sempre più soltanto di tipo intellettuale e raramente arriva anche a toccare il cuore dei fedeli.
L’impegno civile ha di fatto sostituito quello rivolto alla testimonianza dell’Evangelo, ovvero dai nostri pulpiti si parla sempre più di questioni mondane e terrene e sempre meno della salvezza eterna e del Regno dei Cieli.
Dissacrare e sbeffeggiare la Scrittura e coloro che ancora l’accettano come “Parola di Dio” è diventata la moda di quelli che si definiscono “credenti evoluti al passo con il tempi” (teologia liberal!).
Il preteso amore verso il prossimo che viene predicato nelle nostre chiese è ormai slegato dall’amore verso Dio (il solo che rende possibile anche quello verso il prossimo), così ci viene proposto come una capacità tutta umana a prescindere dall’opera dello Spirito Santo.
La preghiera, sia essa rivolta alla guarigione di un singolo fedele o a favore di un popolo colpito da un’immane calamità, è sempre più negletta, quando non la si intende come un gesto sbrigativo, formale e soltanto simbolico, senza che vi sia la reale convinzione di ottenere da Dio quanto richiesto. Al punto che le riunioni di preghiera sono ormai abbondantemente abbandonate.
Questo per non citare che alcuni dei comportamenti oggi in voga nelle nostre chiese, che ben evidenziano come ormai nella Chiesa Valdese l’uomo abbia preso il posto di Dio.
Una Chiesa senza Dio, senza l’amore di Dio, però non è più una Chiesa, ma diventa una delle molte istituzioni umane.
Se non riusciremo a ritrovare la vera fede che opera attraverso l’amore per Dio in Gesù Cristo, così come fecero i nostri Padri della Riforma, la nostra Chiesa non potrà sopravvivere ancora a lungo.
Ammesso che fra venti o trent’anni la Chiesa Valdese non si sia ridotta che a poche migliaia di membri, se non ritorna a mettere Gesù Cristo al centro della sua predicazione, finirà per diventare un’anonima “associazione socio-culturale” come ce ne sono tante nel panorama italiano, avendo perso ogni legame con il messaggio Evangelico.
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