Non separarci, ma darci un nome e uno spazio

Carissimi,

volevo esprimere anche io un parere sulla possibilità di dar vita ad una chiesa valdese libera separata da quella tradizionale. Ebbene, credo che nessuno di noi possa sinceramente sperare o essere felice di un simile accadimento. Una soluzione di questo tipo può trovare una sua giustificazione solo in casi estremi e solo quando, dopo aver verificato tutte le possibilità, si giunge alla conclusione che proprio non c’è più nulla da fare.

Quando più di dieci anni fa decisi di diventare membro della chiesa valdese, lo feci in quanto, conoscendo la sua gloriosa storia, pensavo di entrare a far parte di una chiesa riformata e sostanzialmente calvinista.

Avevo già notato l’esistenza di incoerenze tra quanto affermato dalla “Confessione” e quanto praticato e insegnato dalle comunità locali, ma pensavo che si trattasse appunto di situazioni locali presenti in singole comunità, e che eventuali storture si sarebbero comunque appianate in ambito sinodale. Più frequentavo la chiesa e più leggevo Riforma, più mi accorgevo con dispiacere di quanto invece certe idee, così distanti da quelle della “gloriosa chiesa valdese”, fossero ampiamente diffuse a tutti i livelli. In più mi accorgevo anche, con disappunto, che su Riforma vigeva sostanzialmente un “pensiero unico”. Provai anche a scrivere qualche lettera al nostro giornale, ma queste lettere non potevano mai assurgere alla dignità di “articolo”. Per ben che andasse potevo sperare solo in un inserimento nella “posta dei lettori” dopo ovviamente un “opportuno” ridimensionamento del testo, per poi essere sommerso la settimana successiva, da una serie di critiche a cui non c’era modo di replicare in modo compiuto.

Mi accorsi così che Riforma non poteva essere il mio giornale e che presumibilmente non poteva rappresentare tutte le chiese locali e tutte le realtà, ma solo quelle che erano di gradimento al direttore di turno.

Mai una volta, su problemi etici, politici o dottrinali, ho visto due articoli di senso opposto, pubblicati uno a fianco all’altro con pari dignità. Eppure la cosa poteva essere molto utile per aprire un dibattito sugli argomenti più scottanti in vista delle riunioni Sinodali!

Quando parlai di queste cose nella chiesa qualcuno (ora non ricordo chi, ma mi sembra che fosse comunque una persona di spicco), mi rispose che a “destra” fra i “conservatori” non esistono persone capaci di scrivere un “articolo” degno di questo nome.

È buffo vedere come una chiesa, che è stata minoranza e che ha sofferto di essere stata “minoranza”, una chiesa che parla tanto di democrazia, di pluralismo dell’informazione, di accettazione del diverso, non sappia poi al proprio interno accettare la diversità e soffochi il pluralismo dell’informazione attraverso delle “censure” dirette verso le posizioni poco gradite e non conformi al pensiero della leadership.

Così, più mi accorgevo di tutte queste cose, più prendevo le distanze dalla chiesa a cui avevo aderito, prima non rinnovando l’abbonamento a Riforma, poi non partecipando agli incontri, e infine perfino devolvendo il mio 8 per mille ad altre denominazioni!

Se fino ad ora non mi sono ufficialmente cancellato dalla chiesa è solo perché sapevo della presenza di persone come Malan, e questo mi confortava sul fatto che forse qualche cosa di diverso prima o poi sarebbe accaduto. Con mia grande gioia quello che speravo è avvenuto attraverso la creazione di questo sito: finalmente si è formato un gruppo di “opposizione”.

A questo punto torniamo alla domanda iniziale: dobbiamo separarci?

Sarebbe auspicabile di no, ma affinché ciò non accada sono necessarie almeno tre condizioni:

  1. 1.    Dobbiamo avere la possibilità di formare un gruppo all’interno della stessa chiesa valdese
    1. Questo gruppo deve potersi dare un nome.
    2. Deve poter utilizzare i locali e le strutture della chiesa per eventuali riunioni e congressi.
    3. Non deve assolutamente essere censurato e discriminato.
  2. 2.    Riforma deve “regalare” una pagina (una sola pagina in fondo!) del giornale a questo gruppo di “opposizione” in modo che esso possa esprimere liberamente e senza censure le proprie convinzioni.
  3. 3.    Pastori che decidono di far parte di questo gruppo non devono in nessun modo essere penalizzati o “puniti” (ci sono tanti modi per “punire”) per questo.

So che, all’idea che possa formarsi un gruppo con una sua relativa autonomia all’interno di una stessa chiesa, molti storcerebbero il naso, ma per me, che sono nato nel mondo cattolico, ciò è perfettamente plausibile. In ogni parrocchia cattolica vi sono diversi gruppi, con diverse spiritualità e diverse tendenze politiche, ma tutti insieme si ritrovano poi ad animare la medesima messa domenicale. Non vedo proprio perché la stessa cosa non possa accadere anche in ambito evangelico!

Se questi tre punti al prossimo Sinodo non verranno presi in considerazione e accettati, sarà evidente l’intenzione di rifiutare le regole democratiche, e diventerà palese la volontà di emarginare e censurare la minoranza presente nella chiesa.

È solo in questo caso che io riterrei inutile continuare a rimanere tra chi esplicitamente dice di non volerti e consapevolmente ti nega la possibilità di esprimerti e, sostanzialmente, di collaborare alla crescita della chiesa.

Personalmente, se questo non accadrà prenderò autonomamente la decisione che riterrò più opportuna.

Che il Signore ci benedica.

Giuseppe Carta

 

Grazie per questa lettera – articolo! Grazie anche per aver firmato con nome e cognome! Comprendiamo chi non lo fa, ma apprezziamo molto chi lo fa.

Il dibattito sul da farsi sta diventando molto interessante e speriamo di avere commenti a questa proposta. Giuseppe Carta ci parla di un nome: cerchiamo insieme quale (se riteniamo valida l’ipotesi di darsi una identità).

Sul fronte Riforma, purtroppo, nessuna novità:a 89 giorni dalla nostra richiesta, il consiglio di amminstrazione non ha ancora risposto alla richiesta di pubblicare piccole inserzioni che segnalano l’esistenza di questo sito (richiesta ribadita 66 giorni fa per lettera con avviso di ricevimento)!

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