Quinta Domenica dopo l’Epifanìa
Oggi spesso ci troviamo di fronte a due tipi di predicazioni cristiane che corrispondono a due diverse interpretazioni del cristianesimo: quella pragmatica e quella devozionale. La prima s’incentra su ciò che noi dovremmo fare, cioè sull’etica e sulla morale cristiana, opere sociali e comportamenti. La seconda s’incentra sull’essere, sulla spiritualità, sul nostro rapporto con Dio, come stabilirlo e come coltivarlo. La prima corre il rischio di essere semplicemente moralistica e legalista: chiede di fare quel che di fatto la gente non è in grado di fare se non è stata effettivamente rigenerata da Dio ed ha rapporto autentico con Lui. La seconda corre il rischio, promuovendo solo spiritualità, di essere “disincarnata” e antinomista – non educa effettivamente il credente a conformare la sua vita ai doveri morali stabiliti da Dio. “Essere” e “fare”, “orizzontale” e “verticale”, nell’insegnamento di Gesù, però, sono sempre strettamente congiunte. Lo vediamo nella lettura biblica di oggi: Matteo 5:13-20.
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