“Come sta la nostra fede?”
L’intervista al moderatore, pastore Eugenio Bernardini, pubblicata nell’ultimo numero di Riforma prima della pausa di agosto, per alcuni giorni consultabile anche online, con il titolo che abbiamo ripreso in capo a questo articolo, lascia straniti. Da un lato c’è un richiamo all’importanza del ritorno alla spiritualità, del tutto condivisibile, dall’altro sembra che il moderatore viva in un altro mondo e non si renda conto di quanto la struttura stessa della chiesa di cui è rappresentante faccia esattamente l’opposto, e non in qualche frangia marginale ma nei suoi più (auto)celebrati documenti.
Come non concordare con il moderatore quando parla delle generazioni di valdesi “che hanno saputo dare alla vita un senso più profondo del contingente”, quando dice che occorre ritornare alle fonti, e indica come fonti per noi Valdesi “la Scrittura e l’insegnamento di Gesù”? Noi di Sentieri Antichi Valdesi ci siamo presi una “deplorazione sinodale” per aver detto questo, deplorazione che abbiamo poi scoperto essere inappellabile per cavilli regolamentari, peraltro assai fragili. Facciamo del moderatore un socio onorario di S.A.V.? O, più umilmente, dovremmo dargli una mano dentro la chiesa stessa per affermare questi principi?
Poi però vediamo che Bernardini parla tranquillamente, senza neppure accennare al contrasto con le sue importanti affermazioni sulla necessità di attenersi alla Scrittura, dello sciagurato “Documento sulla famiglia”, basato sulla radicale negazione dell’autorità biblica? Saremmo grati al Moderatore se volesse spiegarci o – non pretendendo che dialoghi con chi il Sinodo ha deplorato – spiegasse a tutti questa gravissima contraddizione.
La contraddizione è facilmente risolvibile. Ufficialmente la leadership valdese non nega la Bibbia, non dice: “Dobbiamo buttare le Scritture”. Secondo la Tavola Valdese la Bibbia è ancora importante. Quello che però non va nelle loro dichiarazioni è la loro lettura della Bibbia, dove possono togliere e delegittimare ciò che a loro non va bene. Dicendo che la Bibbia contiene la parola di Dio, loro possono scartare tutto ciò che secondo la loro visione del Cristianesimo non va bene. La Bibbia parla contro l’omosessualità? Per loro tutti quei brani non sono parola di Dio, perché la Bibbia non è più – secondo i teologi valdesi – la parola di Dio, ma la conterrebbe soltanto.