UN MEMBRO DEL CONSIGLIO DI CHIESA DI TRAPANI E MARSALA CI ATTACCA “GARBATAMENTE”: DICIAMO “SCEMENZE” E, PEGGIO ANCORA, DEFINIAMO “INCROLLABILE” LA CONFESSIONE DI FEDE. “Sull’INCROLLABILE non ci sto” DICE

Don Franco Barbero pubblica sul suo blog un’analisi del nostro Appello al Sinodo fatta dal signor Giovanni Lombardo, membro del Consiglio di Chiesa (valdese) di Trapani e Marsala. L’analisi era pubblicata originariamente sul sito della Chiesa Valdese di Trapani.

Lo scritto si potrebbe definire di “garbata polemica”, purché ci si accordi sul significato di “garbata”. Infatti ci accusa di:

– “volersi sostituire al Sinodo”; si noti che l’autore è tra i firmatari del comunicato sul “matrimonio/benedizione” di Trapani , dove, subito dopo il trionfale “annuncio della prima celebrazione di una benedizione omosessuale in una chiesa protestante italiana” si va “Auspicando che anche il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste decida di dibattere più approfonditamente la questione relativa alla benedizione di coppie omosessuali, fornendo in tal modo alle chiese un orientamento più esplicito al riguardo”; non sembra difficile capire che secondo loro il Sinodo deve seguire ciò che decide un consiglio di Chiesa, o meglio, quello di Trapani e Marsala”; dunque sono proprio loro a volersi sostituire al Sinodo; noi, invece, ci limitiamo ad “appellarci umilmente” al Sinodo;

–  “voler parlare al posto di Dio”, “tentazione, di fatto, atea”; si ricorda che il comunicato di cui sopra è intitolato “Dio vuole l’amore, non lo giudica”; insomma: parlano a nome di Dio, il quale – attraverso la Bibbia – ha detto proprio il contrario; noi ci limitiamo a citare le Scritture, invitando il Sinodo a tenerne conto;

– mescolare citazioni del Nuovo Testamento con quelle della Confessione di Fede “totalmente incomparabili proprio sul piano della Fede”; ma è proprio la Confessione di Fede a inframmezzare il proprio testo con citazioni bibliche; altri preferiscono citare solo se stessi;


 

– essere generici perché non citiamo specifici atti della Chiesa in cui essa si sarebbe impegnata in iniziative “fallaci” (abbiamo scelto infatti di non farlo per non entrare appunto in questioni politiche, sulle quali non avremmo voluto né la posizione presa né quella opposta);

– di usare il verbo “apprendiamo”, “formula retorica di genericità, corrispondente a un ‘si dice che…’,” a proposito della negazione della divinità di Cristo da parte del pastore Esposito;

– che la suddetta negazione è “fasulla”; per la sua autenticità e per le altre questioni sul “matrimonio” di Trapani,vedi in questo sito;

– di “esprimere la convinzione che le proprie riflessioni e le proprie scelte non possano che essere le migliori”; accusa bizzarra da parte di chi ha firmato il comunicato “Dio vuole l’amore, non lo giudica;

– di dire “scemenze”.

Non contento, Lombardo ci mette in guardia contro l’uso della Confessione di Fede del 1655: “Occorre soltanto annotare che vengono saltati i quattro secoli precedenti e non si considera che possa essere avvenuto qualcosa di nuovo, di inatteso, nei quattro secoli successivi, per esempio, fra i tanti possibili esempi, assumere i principii della civile convivenza delle democrazie occidentali, introdurre il pastorato femminile, diffondersi oltre le Valli storiche, fino alla Sicilia e all’America Latina.” Non è colpa nostra se la Confessione di Fede della Chiesa Valdese è del 1655: si rivolga agli ultimi 354 sinodi che non l’hanno modificata a suo gusto. Quanto ai secoli precedenti, se Lombardo ha delle confessioni di fede inedite le fornisca al Sinodo, e – se gradisce – a noi.  Saremo tutti contenti di conoscerle. Gli segnaliamo che il nostro innario riporta anche il Simbolo niceno-costantinopolitano che ha gli stessi difetti di vecchiaia (anzi, ha oltre mille anni di più) e anch’esso non può tener conto di ciò che è successo dal XII al XVII secolo essendo del IV. Quanto alle citate novità avvenute nei secoli seguenti, facciamo notare che sono tutte perfettamente compatibili con la Confessione e in un certo senso ne sono il compimento.

Ci rimprovera inoltre l’uso dell’aggettivo “incrollabile” per definire la Confessione quale fondamento della Chiesa: “Sull’ INCROLLABILE non ci sto” DICE. Ho la sensazione di essere preso per cretino e che si usi questo aggettivo al posto del suo sinonimo, molto più puntuale, meno architettonico e più teologico: IRREFORMABILE”. Lo accosta poi alle “incrollabili” certezze della Chiesa Cattolica sul celibato dei preti sulla contraccezione ecc. e ci ricorda che la chiesa riformata è sempre “reformanda”. Il signor Lombardo insomma ci dice che la Confessione di Fede è una cosa in evoluzione, come la moda, le quotazioni di borsa e la classifica del campionato. Credevamo che una delle differenze fra cattolici ed evangelici è che questi ultimi si attengono alle Scritture più che al clero. Invece ci eravamo sbagliati: la differenza è che noi siamo mobili e, di tanto in tanto, cambiamo tutto, come si fa con la tappezzeria. Val la pena di ricordare che Lutero disse che la ecclesia è sempre reformanda, non la Bibbia, per la quale aveva una propensione che certamente può parere bizzarra a chi non la condivide. E la Chiesa va riformata alla luce della Parola di Dio no in base alle mode del tempo o alle inclinazioni personali.

In sintesi, ciò che ci divide in modo forte dal pensiero del signor Lombardo è che per noi la Confessione di Fede non è un’affermazione come un’altra, che può certamente essere discussa, ma fintantoché c’è chi l’accetta è valdese, chi non l’accetta è qualche cos’altro. Noi non abbiamo parametri migliori. Se qualcun altro li ha, ce li faccia sapere e ascolteremo. Visto che noi diciamo “scemenze”, come gentilmente di dice Lombardo, siamo anche in grado di ascoltare quelle altrui.

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