Ecco alcuni dei progetti finanziati con l’8 per 1000 valdese nel Medio Oriente.
- “Riabilitazione e reinserimento dei bambini palestinesi ex-detenuti in Cisgiordania”. 20mila euro all’Arci Comitato Regionale Toscano. Proprio per questo progetto “Save the Children-Italia” collabora con “Defense for Children International Palestine” (DCI-P), che è strettissimamente legata al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), designata come organizzazione terroristica da Unione europea, Usa e Canada. Hashem Abu Maria, coordinatore dell’unità di mobilitazione di DCI-P è stato definito “nostro leader” dal FPLP. In un video della stessa DCI-P del 23 settembre 2014 si celebra Abu Maria con un discorso di Rifat Odeh Kassis, direttore generale di DCI-P, in un ambiente dove pareti e presenti recano simboli e bandiere del FPLP; Nassar Ibrahim, presidente dell’Assemblea di DCI-P è stato redattore di El Hadaf, il settimanale del FPLP, e autore di un murale celebrativo di George Habash, fondatore del FPLP; Mahmoud Jiddah, membro del Consiglio direttivo di DCI-P dal 2012 al 2016, ha trascorso diciassette anni in carcere per un attacco con granate a civili israeliani; anche il già citato Shawan Jabarin è stato nel consiglio dal 2007 al 2014; Fatima Daana, tesoriera del DCI-P, è la vedova di Raed Nazzal, comandante dell’ala militare del PFLP; nel 2018, Citibank e Arab Bank hanno chiuso i conti del DCI-P per il suo fiancheggiamento al terrorismo. L’Arci Toscana non dichiara con chi collabora per quel progetto, dunque è pressoché certo che interagisca con DCI-P. Se Save the Children non
Nel sito dell’Arci Toscano si evidenzia un acritico sostegno a qualsiasi azione messa in atto dai palestinesi, con Israele colpevole di qualunque nefandezza. Mai il più piccolo accenno agli innumerevoli attacchi terroristici contro Israele, salvo la citazione della “intifada dei coltelli”, ma solo per lamentare gli “indiscriminati” arresti degli accoltellatori. C’è sempre il luogo comune che i coloni israeliani costruiscono i propri insediamenti “espropriando” i palestinesi o addirittura scacciandoli dalle proprie abitazioni, quando invece compiono regolari acquisti in zone disabitate. Parla di “quadro terribile di violenza, privazione di diritti, razzismo, apartheid”. Per quanto riguarda Gaza, chiama “libertà di movimento” i tentativi di palestinesi di superare il confine con Israele, chiama “manifestazioni pacifiche” il lancio di molotov e di aquiloni incendiari sui villaggi israeliani, parla della “barbarie di soldati addestrati ad uccidere” nel corso di una presunta occupazione, dimenticando che Gaza, conquistata da Israele ben tre volte nel corso di guerre difensive, per tre volte è stata integralmente restituita ai palestinesi, e che i vicini villaggi ebraici, sempre sotto attacco dei “pacifici” missili e terroristi, si trovano in territorio pienamente israeliano.
- “Difendere I diritti delle donne e dei bambini palestinesi detenuti” – 17.419 euro all’associazione Addameer. Addameer è anch’essa legata all’organizzazione terroristica FPLP, definisce “prigionieri politici” tutti i terroristi detenuti e “martiri” tutti i terroristi morti in azione. Quanto ai “bambini detenuti” – spiega la stessa Addameer – sono giovani in gran parte poco sotto i diciotto anni arrestati per lancio di pietre contro gli israeliani o altri reati. In particolare, Addameer difende strenuamente la pratica dell’Autorità Palestinese di pagare un salario mensile ai terroristi in carcere, anche quelli riconosciuti colpevoli di assassinio e anche dopo il loro eventuale rilascio. Nei casi in cui l’Autorità palestinese ha parzialmente sospeso tale pratica allo scopo di ottenere maggiori fondi dagli Stati Uniti, Addameer ha vivamente protestato. Nel sito di Addameer, al primo posto tra i “prigionieri politici” di cui si occupa, c’è Sami Ahed Abdullah Maslah Abu Deyak, condannato a tre ergastoli e trenta anni di reclusione. Non viene spiegato per quali crimini è stato condannato. A difesa dei minori detenuti, Addameer afferma che essi sono stati condizionati dai loro famigliari e dai loro leader a compiere gli atti per i quali sono stati arrestati, ma non ha mai fatto nulla per evitare che questo accada, anzi, è protagonista della stessa campagna di odio di cui quei minori sono vittime. Una campagna finanziata anche con soldi provenienti anche dall’Italia.
(continua, purtroppo)
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