Dal sito ufficiale della Chiesa Valdese apprendiamo di una serie di record per la quota dell’8 per 1000 statale che arriverà alle iniziative valdesi. Si tratta dei dati sul 2011, cui lo Stato fa riferimento per l’erogazione dei fondi nel 2014.
Com’è noto ogni italiano ha il diritto a partecipare alla determinazione delle quote dello 0,8% del gettito dell’imposta sul reddito tra i vari soggetti previsti dalle leggi: lo Stato, la Chiesa Cattolica, la Chiesa Valdese e le altre confessioni religiose che non abbiano rinunciato a tale facoltà (solo i mormoni l’hanno fatto). Purtroppo, da alcuni anni l’Agenzia delle Entrate comunica solo più alle confessioni i numeri delle firme. Fintanto che il dato è rimasto noto, la Chiesa Cattolica ha primeggiato attestandosi intorno all’85%, lo Stato arrivava all’11% e lo usava per varie finalità, incluso – molto spesso – lavori di manutenzione e restauro di luoghi di culto cattolici, in quanto beni artistici. La Chiesa Valdese è stabilmente al terzo posto, superando nel 2011 il 7%. Tutti gli altri sono sotto lo 0,5% e fra questi la più scelta è l’Unione delle Comunità Ebraiche.
All’inizio dell’applicazione della legge, negli anni ’80, i valdesi scelsero di accettare solo le somme proporzionali alle scelte effettivamente espresse e non al totale dei fondi a disposizione. Poi la Tavola ha chiesto di avere l’intero importo e così avviene dal 2013 con un conseguente aumento oltre il doppio di quanto percepito. Le scelte del 2011 in favore dell’8 per 1000 valdese sono salite da 570mila a 613mila, pari al 7,03%, corrispondenti alla notevole somma di 41 milioni di euro, più della metà di quanto percepiscono quest’anno tutti i partiti politici messi insieme.
Si tratta di un numero di firme stupefacente: più di trenta volte il numero totale dei valdesi, inclusi i quelli ormai “in sonno”, quelli che non danno un centesimo nelle offerte e non partecipano né ai culti né ad alcuna altra attività. Tra le cause di questo consenso: la simpatia che i Valdesi hanno sempre suscitato per la loro storia di fedeltà e libertà, la rendicontazione dettagliata di quanto speso, l’esclusione delle spese per il culto e certamente le prese di posizione politiche degli ultimi anni, inclusa la crociata (o jihad) a favore dei matrimoni gay.
Tra le numerose voci dell’utilizzo di queste somme per il 2013 citiamo per prima una delle più piccole ma molto curiosa: quattromila euro per il convegno nazionale “Senza oneri per lo Stato: la scuola italiana tra pubblico e privato” e della Tavola Rotonda “La scuola privata del pubblico” che si svolgerà al termine del convegno “Senza oneri per lo Stato”, a cura dell’associazione 31 ottobre. Il motto “senza oneri per lo Stato”, deriva dal terzo comma dell’articolo 33 della Costituzione italiana “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Nei lavori dell’Assemblea Costituente fu chiarito che questi enti non statali sono liberi di istituire scuole se ciò non comporta oneri finanziari obbligatori da parte dello Stato, ma non che fosse vietato per lo Stato erogare denaro a istituti di istruzione privata. Naturalmente gli ultra laicisti della “31 ottobre” sono invece per l’interpretazione più radicale: sarebbe vietato allo Stato di dare, per esempio, 10mila euro per consentire a un liceo privato di continuare ad esistere, anche se l’alternativa è spenderne 500mila per aprirne uno pubblico in grado di fornire lo stesso servizio.
È curioso che un convegno che vuole ribadire questo concetto venga finanziato – per l’appunto – con oneri per lo Stato attraverso i soldi dell’8 per 1000. Ancora più curioso, quando vediamo che – sempre attraverso l’8 per 1000 valdese – vengono destinati 225mila euro per pagare le rette a studenti del Liceo Valdese di Torre Pellice e corsi di aggiornamento per insegnanti della stessa scuola.
(1 – continua)
Lascia un commento