Come abbiamo detto nelle parti precedenti (la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta), esattamente all’inizio di Genesi e Esodo si trova la parola תורה , cioè “torah”, nome ebraico del Pentateuco, scritto nel modo normale, cioè da destra a sinistra, saltando 49 lettere dalla prima “t”, e – molto vicino all’inizio di Numeri e Deuteronomio, la si trova scritta a rovescio, saltando rispettivamente 49 e poi 48 lettere. Come avevamo già anticipato, in Levitico non si osserva questo fenomeno. Ma qualcuno ha cercato e cercato, come dice l’apostolo Paolo ha investigato le scritture, e nel terzo libro del Pentateuco ha trovato qualcos’altro. Ha trovato il nome di Dio nell’Antico Testamento, il “quadrilittero sacro”, quella parola, che si scrive יהוה , che gli Ebrei non leggono, dicendo invece
“Adonai”, cioè “il mio signore” quando la incontrano. Se pronunciata come si scrive dovrebbe essere “yahwe”, la stessa parola da cui i Testimoni di Geova prendono il nome. E dove si trova questa parola? Partendo dalla prima “y” del primo capitolo, poi saltando sette lettere ogni volta fino ad arrivare a alle quattro lettere della parola, come si vede nell’immagine qui a fianco. È evidente che l’intervallo di sette lettere è molto significativo. Sette è il numero biblico per eccellenza e 49, l’intervallo che si è riscontrato in Genesi, Esodo e Numeri, è sette volte sette. In Deuteronomio troviamo un intervallo di 48 lettere, ma questo vuol dire che ogni volta si deve leggere la quarantanovesima (7 volte 7).
Il messaggio è fortissimo: come proviamo a evidenziare nella figura qui a fianco, ci sono quattro dei cinque libri del Pentateuco convergono a indicare quello centrale. In altre parole al centro dell’insegnamento (questo è il significato proprio di “torah”, che molti traduttori rendono con “legge”; in entrambi i casi la cosa funziona benissimo), c’è Dio.
Vediamo quante probabilità ci sono che si tratti di un’ulteriore coincidenza. Proviamo ad essere il più severi possibile e diciamo che la parola “yahwe” che si trova in Levitico non è l’unica che possiamo immaginare, in quella posizione, anche se è difficile pensarne una più appropriata. Potrebbe forse esserci “elohim”, altra parola usata per indicare Dio, o un’altra parola ancora. E aggiungiamo che l’intervallo di 7 lettere è una possibilità in più rispetto a 49: in altre parole, se l’intervallo fosse stato di 49 lettere l’avremmo considerato lo stesso significativo. Nonostante questo, la probabilità che si verifichino le quattro particolarità che abbiamo visto nei precedenti capitoli in Genesi, Esodo, Numeri e Deuteronomio, e in più quella illustrata in questa parte a proposito del Levitico, è una su 3200 trilioni (una su 3.200.000.000.000.000). Che tu compri un solo biglietto della Lotteria d’Italia e vinca, e poi tu faccia la stessa cosa l’anno prossimo è 12 volte più probabile che accada rispetto a questo.
Insomma: NON È UN CASO. È chiaramente un fatto voluto. Rimasto nascosto migliaia di anni, finché un gruppo di studiosi l’ha scoperto circa 70 anni fa.
Nella prossima e ultima puntata vedremo quali sono le implicazioni di questo.
(sesta e penultima puntata)
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