Dall’interessante articolo di Nikodemos abbiamo appreso diverse cose interessanti.
1) Che la Tavola Valdese ha “raccomandato”, cioè ordinato, alle chiese, di “astenersi dal benedire unioni civili di copie eterosessuali”, fermo restando che invece per le coppie omosessuali si va avanti senza problemi. Del resto, pastori che hanno pubblicamente benedetto coppie omosessuali prima di ogni decisione sinodale, in aperta violazione della disciplina ecclesiastica, o hanno annunciato di averlo fatto, non hanno subito alcuna conseguenza, semmai hanno acquisito maggiore prestigio. L’importante, infatti, come abbiamo detto più volte, era portare avanti l’agenda omosessualista e fare uno sfregio a ciò in cui i cristiani, i protestanti, i Valdesi hanno sempre creduto. Le regole non contano nulla, in questo caso. Ma, se si tratta di fastidiose coppie eterosessuali, allora bisogna andare cauti.
2) Che ciò che porta il nome di Chiesa Valdese subordina la propria liturgia alle leggi
dello Stato, naturalmente se ciò fa comodo per i propri obiettivi mondani e anti-biblici. Infatti, la Tavola ha scritto chiaramente che con l’approvazione della discussa legge “Cirinnà” è “indispensabile un ripensamento di tutta la materia da parte delle commissioni che si occupano dell’argomento”. E buonanotte alla separazione fra Stato e Chiesa, e al dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Ora le liturgie sono subordinate a ciò che decide lo Stato! Dunque, se lo Stato si esprimesse sulla transustanziazione o sul battesimo dovremmo cambiare le liturgie dei sacramenti? Si è talmente smarrito il senso di cosa dovrebbe essere la Chiesa Valdese, o una chiesa cristiana in generale, che si arriva a questi paradossi, degni di una commedia di Ionesco. Del resto, se una chiesa che si dice “evangelica” fa ogni sforzo per negare autorità alla Bibbia, tutto è può accadere. Se il vegetariano militante apre una macelleria, qualsiasi stravaganza è possibile. Ma, naturalmente, non si tratta di una regola: è solo una scelta di convenienza. Se agli esponenti della nomenklatura della chiesa non piacciono le leggi dello Stato se ne infischiano delle leggi, come hanno fatto, proprio sullo stesso argomento, prima della “legge Cirinnà”.
3) Che i membri di chiesa sono ridotti a 17.096. Forse solo dopo le terribili stragi del 1655 e del 1686 eravamo arrivati a numeri così bassi, ma con ben altra qualità di fede e di dottrina.
4) Che la Tavola, organo esecutivo della Chiesa, che cioè deve eseguire ciò che viene deciso dal Sinodo, si sente in dovere di stravolgere la natura della decisione del Sinodo 2010, che aveva – comunque sbagliando – approvato le benedizioni liturgiche delle coppie omosessuali, come atto del tutto indipendente dalle leggi dello Stato. Questo è un grave sovvertimento delle regole (purtroppo non una novità, alla luce delle tante violazioni di questi anni). La Tavola si comporta, insomma, come un papa del secondo millennio, per il quale i sinodi sono solo uno strumento, un organo consultivo, mentre è lui che dà la linea, come si dice nei partiti.
(prima parte – continua)
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