“Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2:7).
Nell’albergo non c’era posto per il Principe della pace. Il Figlio di Dio, alla sua nascita, non trovò un lettino con lenzuola profumate, ma una mangiatoia in una stalla; durante la sua vita non aveva luogo dove poggiare il capo; e, nemmeno alla sua morte poté coricarsi in un letto di ospedale, ma che dico? non trovò neppure un giaciglio per ricevere un po’ di compassione, ma fu coronato di un intreccio di spine… eppure non aveva mai fatto nulla di male!
La sua stessa natura divina era amore, ma di quell’amore che va al di là di ogni limite di tempo e di spazio, rendendolo impossibile da misurare nella sua profondità, nella sua altezza e ampiezza, perché è un amore incondizionato e eterno per i suoi da infiniti secoli, anzi prima dei secoli; è un amore immutabile per i discepoli anche di fronte al loro abbandono e al tradimento di uno di loro e del cuore naturale di ognuno di noi!
A quell’uomo non fu concesso un luogo pulito per nascere, una dimora per riposare e un giaciglio per morire.
Io credo che l’umanità lo rifiutò perché non poteva sopportare la potenza dell’amore che agiva nella sua santità e nella luce, perché questa luce la condannava.
Ma per chi vide la potenza creatrice di quell’uomo che in sé stesso codificò un nuovo DNA eterno per essere “creati in Cristo Gesù” (Efesini: 2:10), per chi vide dunque e credette, venne abolita la vecchia creazione per formare uno spazio non più temporale, ma eterno. Lì, il Signore, non solo trova una dimora, ma viene esaltato su un trono di gloria al di sopra ogni onorevole nome, in un luogo regale, alla destra della Maestà e su un trono talmente elevato che supera infinitamente ogni potenza nei cieli sulla terra e sotto la terra.
Nella nostra condizione terrena Egli ebbe l’ultimo posto, il posto del più vile dei peccatori; nella condizione eterna Egli è al primo posto di dignità suprema.
Non c’è un onore maggiore conferito da Dio a un uomo, nell’universo e nell’eternità, di quello conferito a Gesù Cristo.
Daniela
Grazie per la tua meditazione Daniela