Solo in Gesù Cristo è un Buon Natale – Il politeismo di altri

I tanti dèi inventati da certi “teologi”, “valdesi” e non

Abbiamo più volte parlato di una sorta di politeismo nella chiesa che ha ereditato il nome “valdese” (in questo non dissimile da molte altre). Anziché obbedire al Primo Comandamento, si sono create nuove divinità: il dio Ambiente, il vitello d’oro Laicità, la dea Scienza. Altri dèi vengono inventati: in una “meditazione biblica” scritta da un pastore e pubblicata da Riforma compare un dio femminista che è solo dio delle donne, una pastora con alti incarichi accademici ed ecclesiastici è alla ricerca della “Dea pre-patriarcale” (maiuscolo nell’originale), una sorta di Terra Madre, già comparsa nel culto d’apertura del Sinodo 2010.

La divinità più recente: la dea Immigrazione

Ma, come è sempre accaduto in ambito politeista, continuano ad arrivare, spesso da paesi stranieri, nuovi dèi più alla moda. Ora, direttamente da Città del Vaticano, capitale della recente religione del bergoglianesimo, arriva la dea Immigrazione. Non che in Vaticano ce ne siano di immigrati, ma da lì arrivano quotidiani appelli ad accoglierli sempre e comunque e al presepe in piazza San Pietro è stata aggiunta una barca (tipica di Betlemme, lontana decine di chilometri da mari o laghi!). L’accettazione indiscriminata della dea Immigrazione è stata anche messa al centro del Cinquecentenario della Riforma di Lutero, nelle cui prime celebrazioni Lutero stesso è stato piuttosto trascurato, ma non così Jorge Bergoglio. In nome di questa nuova divinità ci si inventa la fandonia secondo la quale Gesù sarebbe stato un migrante, o si addobba l’albero di Natale dentro un importante tempio valdese con barchette di carta colorata fatte fare dai bambini delle scuole domenicali, a esplicita celebrazione delle barche con cui i migranti (incluso Anis Amri, autore dell’attentato terroristico di pochi giorni fa a Berlino in cui ha ucciso 12 persone inermi e ne ha ferite altre 50) si mettono in mare dalla Libia per essere ricuperati dalla marina militare e portati in Italia. Si racconta che Lutero stesso fu il primo a mettere un abete in casa per celebrare il Natale, poiché una sera le stelle che brillavano tra i rami degli abeti di una foresta gli ricordarono di Gesù che lasciò la sua dimora tra le stelle del cielo per scendere tra noi. Le luci sull’albero ricordano dunque le stelle del cielo, a loro volta simbolo della luce di Dio. Dunque, mettere le barchette sull’albero è equiparare i migranti al Messia.

“La migrazione è fondamentale per le chiese” e per ‘Riforma’

A proposito di questa nuova dea è interessante dare un’occhiata alle prime tre pagine (quelle che danno il tono a tutto il settimanale) del numero natalizio di Riforma. In prima pagina, nulla sulla nascità di Gesù, ma tre articoli: uno sulla guerra ad Aleppo, uno sull’occupazione in Italia e… uno sugli immigrati. In seconda pagina “all’ascolto della Parola” verte sul brano dell’evangelo di Luca che descrive l’incontro tra Maria e Elisabetta. Il fatto che Gesù sia il solo Redentore dell’umanità (articolo 12 della Confessione di Fede) non è mai menzionato, giusto giusto c’è un passaggio dove si allude al fatto che la sua venuta annuncia “un futuro basato sulla fede”. Tanto meno si parla della necessità di convertirsi a Lui. Quanto al fatto che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo (articolo 13 della Confessione di fede) proprio non lo si fa neanche capire indirettamente. In compenso si insiste molto sulla solidarietà femminile tra Maria e Elisabetta. In terza pagina la dea Immigrazione è sempre presente: nella foto, l’unica della pagina, del gruppo di immigrati musulmani in cammino su una strada ferrata, nell’articolo “Il viaggio della fede”, nella preghiera “Camminiamo insieme” e nell’esplicito articolo “La speranza del rifugiato”.

Ma non finisce qui: a pagina 5, l’articolo “L’immigrazione attraverso la lente teologica” dà conto del convegno di Copenhagen Essere chiesa in Europa: migrazione ed ecclesiologia, dove si afferma, tra l’altro: “La migrazione è un’esperienza fondamentale per formare le chiese”.

Che dire? Avendo cancellato l’unica cosa importante del Natale, il fatto che Dio è venuto tra noi incarnandosi in Gesù, per riconciliarci con Lui, è normale che si tenti di sostituirla con qualsiasi altra cosa: dalle baldorie gastronomiche a quelle ideologiche, dalle decorazioni a scopo commerciale a quelle a scopo politico, dalle mistificazioni teologiche a quelle giornalistiche.

Ma noi Valdesi crediamo nel Gesù della Bibbia

Per noi Valdesi il Natale è solo quello di quel Gesù. Quel Gesù di cui si parla in tutta la Scrittura: “E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano”, Luca 24:27. In tutte le scritture, non in qualche parte di esse. Questo, almeno, se ci si fida di Gesù. Noi abbiamo fede in Lui. Solo in Lui è un Buon Natale. Ed è questo il Buon Natale che auguriamo a chi ci legge.

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