Nobili parole e ferma determinazione di chi veramente è diventato un figliuolo di Dio.

In piena armonia e convergenza di fede con quanto affermato dall’apostolo Paolo nell’epistola ai Romani, capitolo 8, versi 38 e 39: “Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.”

Questo stile di testimonianza mi fa pensare a mio nonno paterno. Parlo della Sicilia cattolica degli anni ’30. Nonno Samuele era un fervente cattolico convertitosi al protestantesimo evangelico poco tempo dopo avere udito una predicazione durante una serata evangelistica più o meno clandestina.
Benché contadino con pochi studi, la sua sete per la letteratura lo portò ad un vero e proprio lavoro di ricerca nella Bibbia che aveva ricevuto da un fratello nel secondo culto al quale assistette. Da autodidatta, fu subito preso da una passione per la Parola di Dio e pochi anni dopo la sua conversione divenne il primo pastore evangelico del suo paese. Niente facoltà di teologia.

Mi è stato raccontato spesse volte dell’impatto della sua testimonianza in paese. Di quante volte è stato denunciato e portato in caserma a causa del clero cattolico, solo per avere celebrato dei culti. Il nonno era diventato un problema a causa delle tante nuove conversioni al Vangelo. Non si è mai tirato indietro. Continuò a predicare il Vangelo con la stessa convinzione e amore per le anime. Niente e nessuno ha potuto fermarlo.

Ancora oggi, i pochissimi anziani ancora vivi con i quali ho avuto modo di parlare mi dicono tutti la stessa cosa: “Ah! Tuo nonno Samuele! Un vero cristiano, uomo di pace e conoscitore delle cose della Bibbia!”. Addirittura, un signore anziano, fermandomi per strada dopo che io lo avevo salutato, e dopo avere riconosciuto la mia somiglianza con mio padre e il nonno, si commosse nel pensare a lui…

Per cui, quando a volte leggo elucubrazioni di certi agnostici che si spacciano per pastori (valdesi, ma non solo), non so se devo ridere o piangere. E immagino cosa penserebbe il nonno.

Calogero Fanara

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