Sul discorso del Moderatore alla chiusura del Sinodo
Integrismo?
A quale “integrismo” poi vorrebbe la “chiesa liberal” contrapporsi? Il vocabolario italiano per “integrismo” o “integralismo” dice: “In senso ampio, ogni concezione che, in campo politico (ma anche sociale, economico, culturale), tenda a promuovere un sistema unitario, ad abolire cioè una pluralità di ideologie e di programmi, sia appianando contrasti e divergenze tra gruppi contrapposti e conciliando tendenze ideologiche diverse, sia, al contrario, respingendo come non valide posizioni ideologiche e programmatiche differenti dalle proprie e rifiutando di conseguenza collaborazione e alleanze, o compromessi, con altre forze e correnti”[1].
Questo per noi sta bene. La fede biblica e riformata presuppone e insegna una concezione integrale del mondo e della vita, una filosofia di fondo,che comprende ogni aspetto della realtà, la quale va vissuto in armonia con la volontà rivelata di Dio e sotto la signoria di Cristo. Una chiesa che negasse tale integrismo, di fatto sarebbe una chiesa che assume per sé stessa concezioni del mondo concorrenti e abbraccia ideologie mondane. Non a caso le “chiese liberal” sono quelle che producono un cristianesimo “riveduto e corretto”, teologie adattate alle ideologie correnti (prevalentemente umaniste e laiciste), che via via oggi assumono l’aspetto, ad esempio, di socialismo religioso, teologia femminista, queer, ecologismo ecc… Per noi tutto questo è aberrante e lo consideriamo esplicitamente “prostituzione spirituale”, quella in cui talvolta cadeva l’antico Israele e che i profeti biblici condannavano.
Settarismo?
A quale “settarismo” vorrebbe opporsi la “chiesa liberal”? Che cosa intende? Le ambizioni “ecumeniche” della “chiesa liberal” vorrebbero abbracciare le tendenze più diverse e persino filosofie e religioni estranee in nome di un relativismo che vanifica le identità confessionali in nome di un indifferenziato umanesimo. Questo non lo accettiamo: non siamo disposti a svendere la nostra identità confessionale che sottende persuasioni che riteniamo vere contrapposte ad altre che riteniamo sbagliate. Se per “settarismo” si intende sostenere in modo rigoroso le nostre posizioni confessionali, non accettare compromessi e differenziarci chiaramente da altri, allora non abbiamo vergogna di dire che intendiamo essere così, rifiutando il tentativo di “conciliare” posizioni diverse e opposte.
Vuol dire forse questo “intolleranza” contrapposta alla relativa “tolleranza” della “chiesa liberal”? Certo non vogliamo negare la libertà di alcuno e la rispettiamo. Questo, però, non significa che il nostro messaggio ed insegnamento, la nostra concezione del mondo e della vita, che consideriamo vera, non debba essere posta in contrapposizione ed in competizione con altre o che noi non si possa profeticamente denunciare altre concezioni come sbagliate. Il dialogo non significa “comune ricerca della verità” come se noi non la conoscessimo. La verità è Cristo, la Sua Persona, opera ed insegnamento come presentato in modo oggettivo dalle Sacre Scritture. Ciò che esse presentano è per noi non negoziabile e ci impegniamo a diffonderlo e a difenderlo. La Scrittura stessa ci esorta a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. “… infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo” (2 Corinzi 10:4-5).
Inclusivismo / esclusivismo?
Che significa inclusivismo? La “chiesa liberal” dice di essere inclusiva. Dipende da che cosa si intende per “inclusivismo”. Certo tutti coloro che vengono a Cristo, senza alcuna umana distinzione, sono da Lui accolti e così devono essere accolti dalla chiesa cristiana che è suo corpo. Il Signore Gesù dice: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Tutti coloro che vengono a Cristo sono accolti nella chiesa, ma notiamo che cosa dice la prima parte di quello stesso versetto (che di solito si omette): “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Quelli che vengono con fede a Cristo sono persone di ogni tipo, ma quelli che vengono a Cristo sono coloro che dall’eternità Dio ha eletto affinché ricevano la grazia della salvezza, così come afferma la Scrittura ed è ribadito dalle Confessioni di fede della Riforma.
Per questo è pure del tutto errata l’interpretazione che Eugenio Bernardini dà del versetto che dice: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità“. Questo versetto intende dire che Dio vuole che uomini di ogni tipo siano salvati, non “tutti gli uomini”, perché di fatto relativamente pochi riceveranno la grazia della salvezza e la più gran parte dell’umanità sarà giustamente condannata per i suoi peccati. Questo dispiace alla mentalità “buonista” moderna, ma è del tutto in linea con l’insegnamento biblico e le Confessioni di fede della Riforma (che la chiesa valdese ha sottoscritto impegnandosi a seguire). Inoltre, coloro che vengono a Cristo non rimangono tali e quali sono venuti, ma sono gradualmente trasformati a Sua immagine dopo aver rinunciato, tramite il ravvedimento, a tutto ciò che a Dio dispiace e la Sua Parola considera peccato. “E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili,” (Colossesi 1:21-22).
Un’aberrazione
Si potrebbe commentare, contestandoli, altri punti ancora del discorso del Bernardini, ma quello che egli esprime a proposito della “chiesa liberal”, per noi è del tutto aberrante. Non era questo il tipo di chiesa di cui il Nuovo Testamento ci parla e che i nostri antenati nella fede, valdesi e riformati, intendevano realizzare. La “chiesa liberal” è una chiesa infedele ed apostata che noi disconosciamo dando il nostro fattivo contributo affinché scompaia affinché, per usare un’espressione biblica, la chiesa valdese ritorni “al suo primo amore”, respingendo i suoi attuali “amanti”.
Quando ci rendiamo conto che una chiesa dispiace a Dio quale dev’essere la nostra risposta? Un serio ravvedimento e la sua radicale riforma. Se questo non avviene (e questo non sembra essere l’intenzione dei suoi attuali dirigenti, per quanto parlino di Spirito e di evangelizzazione) che cosa fa Dio con una tale chiesa? La Scrittura stessa parla chiaramente al riguardo: la “vomita dalla sua bocca” e ne spegne il candelabro. A proposito, infine, dell’esortazione “Non spegnete lo Spirito”: riteniamo che sia altrettanto ipocrita, perché di fatto una tale chiesa contrista lo Spirito (perché lo Spirito di Dio è in sintonia con la Parola) e lo espelle dalle sue assemblee, così come si oppone, rinnega e respinge coloro che, sospinti dallo Spirito Santo vorrebbero tornare sui “sentieri antichi”. Altro che “chiesa tollerante”: essa tollera tutto meno ciò che è vero, buono e santo!
[1] Vedasi l’intera voce in: http://www.treccani.it/vocabolario/integralismo/
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