Come purtroppo sta diventando consuetudine, in occasione della cosiddetta “Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia” celebrata il 17 maggio, numerose comunità valdesi, battiste, metodiste e luterane partecipano in decine di città a “veglie ecumeniche di preghiera” appositamente organizzate per la ricorrenza. “Amatevi come io vi ho amato” (Giovanni 13,35): questo il versetto che hanno scelto in tutte le iniziative nazionali “per il superamento dell’omo-transfobia”.
Il Movimento “Sentieri Antichi Valdesi” condanna queste iniziative come ingannevolmente “evangeliche”. Di fatto, sono espressione dell’asservimento di alcune chiese all’ideologia eversiva e tirannica che si sta imponendo oggi a livello internazionale. Presentandosi come campione di “diritti” e di “progresso” e “libertà”, di fatto corrompe e sovverte l’antropologia biblica e l’Evangelo stesso “sdoganando” ogni sorta di perversione. L’autentico messaggio biblico ed evangelico, infatti, giustamente discrimina tutto ciò che si oppone agli ordinamenti creazionali (di cui le perversioni sessuali sono una delle espressioni) e in Cristo non lo accetta per “normalizzarlo” ma in vista della sua guarigione attraverso il ravvedimento e la santificazione del comportamento.
Noi non possiamo chiamare un bene ciò che Dio, nella Sua Parola, considera un male e cosa abominevole [ “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole ” (Levitico 18:22)]. L’omosessualità non faceva parte dei progetti originali di Dio per l’uomo e per la donna, come essi ci sono stati rivelati nella Sua Parola. Essa è da considerarsi come tante altre degenerazioni della natura umana che Cristo è venuto per guarire, non per avallare, “normalizzare” o tanto meno benedire.
Sebbene Cristo, con infinita compassione, accogliesse volentieri i peccatori, i malati e gli invalidi per restituirli alla loro dignità di creature fatte ad immagine di Dio, Egli non condonava la loro condizione o la considerava ineluttabile ma, con amore e pazienza li ricuperava, accompagnandoli al ravvedimento ed alla guarigione. Così dev’essere per chi è afflitto da tendenze omosessuali: va accolto in vista del suo ristabilimento nei propositi originari di Dio. Questo può essere un processo più o meno lungo, ma è imprescindibile, per l’omosessualità come per qualunque altra disfunzione fisica, morale o spirituale. Tale la consideriamo checché ne dica oggi la scienza [i pronunciamenti della scienza non sono l’autorità ultima della nostra vita].
Forse che questa persuasione rivelerebbe la nostra “omofobia”? No, noi non temiamo né odiamo gli omosessuali, ma li amiamo tanto da metterli in guardia che un giorno, se non si ravvedono da ciò che Dio considera peccato, saranno respinti dal regno di Dio, come dice la Sua Parola: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Timoteo 6:9 ND). Odiarli vuol dire piuttosto illuderli facendo loro credere che quanto dice la Parola di Dio non sia da prendere seriamente.
Vedasi la “Dichiarazione su fede cristiana ed omosessualità” in: https://sites.google.com/site/confessionidifede/fede-ed-omosessualit
Lascia un commento