“Per definizione, i predicatori devono avere qualcosa da predicare. Il liberalismo, con il sua negazione dell’ispirazione e il rigetto della Divinità di Cristo, ha smarrito il Vangelo. La definizione storica del Vangelo è quella data dall’Apostolo Paolo in 1 Corinzi 15:1,3,4: ‘Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi … Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture’
Ma un modernista leggerebbe queste parole di direbbe: “Cose in cui io non credo più”. Cosa predicherà quindi un modernista? Uomini come Washington Gladden, Walter Rauschenbusch, Shailer Mathews, Henry C. King e altri ancora, si sono scervellati insieme e se ne sono usciti col “Vangelo Sociale”.
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I missionari consacrati hanno sempre beneficiato la società nella quale operavano. Predicavano il Vangelo, le vite venivano cambiate, la moralità nei villaggi migliorava. A uomini e donne veniva insegnato il loro ruolo appropriato dalla Bibbia. Le famiglie diventavano più felici e i bambini crescevano disciplinati. Venivano poi generalmente somministrate cure mediche. Dovunque l’Evangelo giungesse, la società migliorava. Tuttavia questa non è mai stata la visione del “Vangelo Sociale” come si è evoluta da liberalismo e incarnata nel Consiglio Federale delle Chiese. Il manuale del Cristianesimo in America della Eerdman dice a pagina 319:
“Il Vangelo Sociale differiva dai movimenti evangelici di Riforma come l’Esercito della Salvezza in almeno due aspetti: primo, tendeva a enfatizzare riforme strutturali, cambiamenti nella legislazione, nelle politiche statali, e nelle istituzioni della società. Secondo, era saldamente radicato nella teologia liberale Protestante (…) La filosofia sociale non è insegnata dalle Scritture, è piuttosto l’invenzione di uomini che le Scritture le hanno rigettate.”
John Ashbrook, “The New Neutralism II, The gray of compromise”
“Un errore spesso fatto da persone bene istruite ma che dimostrano di avere scarsa conoscenza della teologia storica, è quello di credere che il Fondamentalismo sia una nuova e strana forma di pensiero. Niente di tutto questo: è il retaggio partigiano e poco istruito di una teologia che era una volta approvata da tutti i Cristiani. Quanti erano quelli, per esempio, che nelle chiese Cristiane del diciannovesimo secolo dubitassero dell’infallibile Ispirazione di tutta la Scrittura? C’era qualcuno forse, ma erano davvero in pochi.
No, il fondamentalista può sbagliarsi, e infatti io credo che lo faccia, ma siamo stati noi ad esserci allontanati dalla tradizione e non lui…. La Bibbia e il corpus theologicum della Chiesa sono dalla parte del fondamentalista.”
Kirsopp Lake, The Religion of Yesterday and Tomorrow, 1925, pp. 61, 62
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