L’articolo proseguirà presto con alcuni commeni, quanto mai doverosi, a quanto leggiamo oggi.
Ora appaiono fin troppo evidenti le incongruenze e l’assurdità di questa posizione che, oltre ad essere teologicamente molto discutibile come più volte sottolineato in questo sito e nelle comunicazioni di Sentieri Antichi Valdesi, appare anche in evidente contrasto con il nostro ordinamento Valdese e Metodista.
Si tratta di benedizioni omo affettive o di veri e propri matrimoni? La Chiesa e il Sinodo
hanno sempre parlato di “semplice benedizione”, come si evince all’Atto SI 2010 sopra citato, il che implica che la stessa abbia una valenza puramente liturgica e possa essere impartita soltanto laddove la comunità abbia maturato un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni, ben potendo ogni singola chiesa locale rifiutare un tale atto, che non riveste alcun valore legale. Così si era inteso, prima che la legislazione civile italiana regolasse la materia, ora però con questa lettera e questo “Atto di benedizione” da rilasciare alla coppia dopo la celebrazione, sembra la Tavola voglia attribuire a queste benedizioni liturgiche un valore pari al matrimonio, prevaricando la decisione sinodale per “agganciare” in qualche modo la legislazione civile, stando però ben attenti che queste benedizioni non siano date a coppie eterosessuali (della serie: Dio ora benedice soltanto gli omosessuali ma non gli etero?!).
Nikodemos
(seconda parte – continua)
Che altro dire? Se una chiesa pensa e ragiona come il potere civile a cosa serve? Non è più profetica, non ha più la Sola Scrittura come norma. Come stupirsi che faccia a meno di una confessione di fede scritta da veri credenti?
Ma non è tempo di deprimersi o di piangere sul latte versato, è tempo di parlare di pro-testare a nome della Parola e contro ogni deviazione da essa.