La leader della più antica Chiesa protestante italiana: «Non significa matrimonio». Tra i temi al centro del prossimo Sinodo, anche la «crisi morale» del Paese
articolo di Antonio Giaimo
Anche la Chiesa valdese, dopo quella Luterana italiana, si avvia verso la possibilità della «benedizione» delle coppie omosessuali. La Tavola valdese chiederà al Sinodo, che si riunirà a Torre Pellice (Torino) dal 22 al 27 agosto prossimi, un orientamento in tal senso.
«È un tema molto delicato che ha lacerato e talvolta diviso diverse chiese protestanti in Europa come negli Stati Uniti – dice la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, in un’intervista che sarà pubblicata nel prossimo bollettino Nev-Notizie evangeliche. Io mi limito a rilevare che nasce da domande concrete, di fratelli e sorelle membri delle nostre chiese che chiedono la benedizione della loro unione: non è insomma un dibattito teorico o astratto ma un confronto con uomini e donne che condividono la nostra fede in Gesù Cristo». Secondo la leader della più antica chiesa protestante italiana, inoltre, il problema «non è quello dell’accoglienza degli omosessuali nelle nostre chiese che mi sembra superato da tempo: è quello della benedizione dell’unione di persone che vogliono testimoniare di fronte a Dio e alla loro comunità di fede il loro impegno a un percorso di vita insieme».
«Dobbiamo quindi innanzitutto capire – spiega – che cosa significa “benedizione”, nella Bibbia e nella chiesa. Con ogni evidenza non significa matrimonio, che peraltro per noi protestanti non è un sacramento ed è un fatto eminentemente civile».
La pastora ha poi affrontato il tema della corruzione nella società e nella politica italiane: un «sistema» che «corrode le basi stesse della democrazia e contribuisce al degrado civile».
La «crisi morale» del Paese sarà uno dei temi al centro dell’importante appuntamento della più antica chiesa protestante italiana. «Mi preoccupa la condizione morale e civile del Paese – dice la pastora Bonafede in un’intervista che sarà pubblicata sul prossimo bollettino Nev-Notizie evangeliche -. Nel corso dell’anno la cronaca ci ha svelato un “sistema della corruzione” che opera non solo nella società ma anche nelle organizzazioni della politica. Un sistema di questa natura corrode le basi stesse della democrazia e contribuisce al degrado civile».
«Siamo insomma di fronte a una crisi – aggiunge – che non è solo finanziaria ma che arriva all’anima stessa della comunità nazionale. Come Chiesa sentiamo il dovere di denunciarlo e di essere testimoni e operai di un’altra città, fondata sul senso di responsabilità, sullo spirito di servizio alla comunità civile, sulla solidarietà».
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