La sorella Daniela Michelin Salomon ci segnala questo articolo di Burk Parsons sulla rivista americana Tabletalk, luglio 2012
“Non vergognarti della tua fede; ricorda che è l’antico Evangelo dei martiri, confessori, riformatori, e santi. Sopra ogni altra cosa, esso è la Verità di Dio contro cui le porte dell’Ades non possono prevalere. Che la tua vita adorni la tua fede, che il tuo esempio raccomandi il tuo credo. Soprattutto, vivi in Gesù Cristo, e cammina in Lui, credendo a nessun altro insegnamento se non quello che Lui approva in modo manifesto e che lo Spirito Santo rivendica come Suo. Tieniti stretto alla Parola di Dio, tracciata qui come su una mappa”. Queste parole, tratte dall’introduzione di C.H. Spurgeon alla Seconda Confessione Battista di Londra, sono rilevanti oggi tanto quanto lo erano nel 1855.
Anche all’inizio del XXI secolo, come cristiani siamo chiamati a combattere strenuamente per la fede che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre e, per fare questo, abbiamo bisogno più che mai di fare ritorno ed attenerci ai credo ed alle Confessioni di Fede che i nostri antenati ci hanno trasmesso. Essi, infatti, definiscono ciò che pure la Bibbia chiama “il vangelo eterno”, quello che non può essere sottoposto ad adattamenti o trasformazioni di sorta. “Combattere strenuamente per la fede” non è in sintonia con il relativismo e la malintesa tolleranza che prevalgono oggigiorno, eppure continua ad essere nostro dovere discernere dove erigere appropriati steccati e necessarie mura. Dobbiamo farlo secondo l’immutabile Parola di Dio senza vergognarcene, contestando lo spirito della nostra società, che tollera tutto eccetto la verità biblica. Inoltre, nel determinare quali steccati e quali mura edificare, pure dobbiamo discernere quali antichi steccati noi si debba riparare e quali mura costruite dall’uomo, e quindi non bibliche, debbano essere abbattute.
Nel mantenere le mura ortodosse dei nostri antichi credo dobbiamo tracciare necessarie linee dottrinali. Tracciamo linee proprio perché è Dio stesso che le ha tracciate. Tracciamo linee perché amiamo la gloria di Dio, la verità di Dio, coloro che portano l’immagine di Dio e Dio stesso. L’amore di Dio per noi è il fondamento del nostro amore per Lui e tale amore, a sua volta conduce all’amore verso il nostro prossimo. Sebbene il nostro prossimo possa disprezzare le linee dottrinali della chiesa, e sebbene possa deriderci e condannarci come dogmatici o divisivi, dobbiamo sempre manifestare il nostro amore genuino per la sua anima immortale e così mantenere la nostra posizione e tracciare una chiara linea di separazione fra dottrina vera e dottrina falsa, fra Cristo ed il mondo, fra paradiso ed inferno. Sicuramente le dottrine causano divisioni perché il peccato divide: esso divide gli angeli dai demoni, i santi dai peccatori e le pecore dalle capre. Ciononostante, la dottrina può unire eternamente i peccatori salvati dalla grazia sovrana di Dio quando condividono un solo Signore, una sola fede ed un solo Battesimo.
Dobbiamo mantenere irremovibilmente le nostre posizioni ed ogni necessaria linea dottrinale per amore dell’Evangelo, della purezza e della conseguente pace della chiesa, per amore dei nostri figli e delle prossime generazioni, per amore della nostra stessa anima. Non dobbiamo solo dire di credere “formalmente” alle nostre storiche Confessioni di Fede, dobbiamo essere pronti a dare per esse la nostra stessa vita. Se crediamo strenuamente, dobbiamo pure combattere strenuamente.
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