Limitarci a vivere “secondo la carne” (è un’espressione biblica) è fare come i maiali che sguazzano nel fango e pure ne godono. Quello sta nella loro natura, e non puoi cambiarla. L’essere umano, però, era destinato a ben altro. Dante Alighieri fa dire ad Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno nella sua “Divina Commedia”: “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Ulisse chiede cioè ai propri compagni di pensare alla propria origine: non sono stati creati per vivere come animali, ma per seguire la virtù e la conoscenza, per essere – diciamo noi – in consapevole e attiva comunione con Dio. E’ quanto il Salvatore Gesù Cristo dice a Nicodemo, che pure era un’intellettuale, ma che pareva non sapesse nulla della necessità della personale rigenerazione o rinascita. Ascoltiamone il racconto dal vangelo secondo Giovanni, capitolo 3.
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