LA MODERATORA BONAFEDE È AL SETTIMO ANNO. CHI LE SUCCEDERÀ FRA SEI MESI?

Mancano poco più di sei mesi al Sinodo 2012, che avrà un’importanza particolare perché l’attuale Moderatora, la pastora Maria Bonafede, giunge alla fine del settennato. Sette anni è il termine massimo (sette è il numero valdese per eccellenza!) e pertanto l’assemblea ai piedi del monte Vandalino dovrà scegliere il successore, o successora.

Nel 2011 era circolata la voce che la prima donna a ricoprire la massima carica della Chiesa nella lunghissima storia valdese potesse lasciare l’incarico con un anno di anticipo. Tecnicamente non si sarebbe trattato di dare le dimissioni, in quanto il moderatore è rieletto ogni anno, e sarebbe bastato rinunciare alla conferma che, a quanto ne sappiamo, non è mai stata negata a nessun moderatore che ne avesse dato la disponibilità.

Del resto, il predecessore della pastora Bonafede, il pastore Gianni Genre, era durato in carica solo cinque anni, per sua volontà. Anni pesantissimi, però, in quanto, a tutti gli ordinari problemi della Chiesa, si era aggiunta la gravissima crisi degli Ospedali Valdesi, i cui debiti con le banche erano tali che non bastava neppure più la garanzia dell’intero patrimonio immobiliare ecclesiastico: dalla Casa Valdese di Torre Pellice dove si svolge il Sinodo, alla Facoltà di Teologia a Roma, dal Collegio Valdese a tutti i templi, le case dei pastori, tutti gli istituti e luoghi storici di proprietà. Il pericolo che tutto ciò diventasse proprietà delle banche era imminente, e queste, una volta incassati gli immobili, che valevano meno del debito, avrebbero potuto pretendere altri milioni di euro, mentre alla Chiesa Valdese sarebbero rimasti da pagare gli stipendi a pastori e diaconi e le pensioni ai pastori emeriti e alle vedove di pastore.

Tutto questo debito, ovviamente non si era accumulato, se non in piccola parte, sotto la moderatura del pastore Genre, ma quando la massima carica della Chiesa era ricoperta dall’ingegnere Gianni Rostan, il primo non pastore (“laico” è parola impropria perché anche i pastori sono laici, ovvero tutti i membri di chiesa partecipano al sacerdozio) di cui sia rimasto il ricordo, dunque almeno degli ultimi cinquecento anni. Ma il problema, ignorato dai Sinodi e dalle varie edizioni della Tavola, emerse solo con il nuovo moderatore, il quale – sembra – ne apprese la spaventosa entità pochi minuti dopo l’elezione, mentre riceveva le congratulazioni e gli auguri davanti alla Casa Valdese.

Ma, tornando ai giorni nostri, perché si era diffusa la voce di una successione a Maria Bonafede già nel 2011? Chi riportava tale ipotesi la collegava al fatto che il vice moderatore, il pastore Eugenio Bernardini, scadeva proprio in quell’anno da membro della Tavola (anche per i membri della Tavola vale il limite dei sette anni). Aspirando alla carica di moderatore, avrebbe potuto fare il passaggio diretto alla massima carica. Di fatto, però, o la voce era falsa, o la Moderatora ha preferito ignorare le esigenze del suo vice e sta così completando il settimo anno. Il pastore Bernardini, peraltro, pare fosse già in corsa per la successione a Gianni Genre nel 2005, ma prevalse l’idea che, dopo il primo non pastore, dovesse arrivare la prima donna, con la parentesi di Genre, che comunque aveva la particolarità di giungere a quella carica a poco più di quarant’anni d’età, non proprio “il primo giovane”, ma certamente “un giovane”.

Ecco perciò che, per la carica di terzo moderatore del XXI secolo (almeno l’undicesimo secolo di presenza valdese), c’è da considerare in primo luogo il pastore Eugenio Bernardini, in attesa forse di avere dopo di lui qualche altro primatista: dopo il primo non pastore e la prima donna chissà quale “primo”? Ciascuno può azzardare ipotesi a proposito di quale “primo” o “prima” si potrebbe trattare. Ma Bernardini non è una scelta scontata. Altri potrebbero “scendere in campo”, o essere richiesti di farlo.

Chiudiamo ricordando che tutte queste considerazioni sono di tipo umano. Mentre il Sinodo aspira ad essere guidato dallo Spirito Santo e perché ciò avvenga tutti possiamo e dobbiamo pregare. Poiché davvero si tratta di un compito difficile e complesso ed è positivo che si trovino fratelli o sorelle disposti ad assumerlo.


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