La Chiesa Valdese perde 600 membri in un anno, ma non si chiede il perché

 

Ormai da qualche edizione il nostro Sinodo fa parlare di sé per le “gaffe”, più o meno volute, che non per i contenuti della discussione. Anche quest’anno le cose si sono ripetute. A cominciare dalla consacrazione della nuova Pastora, che davanti alla Chiesa non ha letto la confessione di fede valdese del 1655 ma si è limitata a dichiarare di averla sottoscritta. Forse perché è una pastora metodista? O molto più probabilmente perché il suo contenuto (della confessione) davvero non rispecchia più la fede dei nostri pastori? Mistero.

Altro mistero, ma poi svelato, è stato il perdono/mancato perdono, del Sinodo alla richiesta di papa Francesco. Il documento che il Sinodo ha approvato a larga maggioranza, in effetti, se letto frettolosamente, come hanno fatto i giornalisti di Repubblica e La Stampa, lasciava intendere che il perdono non c’è stato. Anche qui però va detto che la lettera del Sinodo in risposta al papa è complessa e accorda soltanto un “perdono condizionato”. Il dibattito sinodale ha sottolineato da più parti la necessità di aprire un “percorso di pentimento” da parte dei cattolici, a significare che non se la possono cavare così a buon mercato. Resta da vedere se veramente la Chiesa Cattolica Romana, dopo l’apertura di papa Francesco, vorrà riconoscere gli errori e orrori del suo passato e quindi porvi rimedio, per poi gettare le base di un futuro comune.

Proprio di futuro però dovremmo parlare, o meglio ne dovrebbe parlare il Sinodo, invece anche quest’anno si è glissato, liquidando con poche parole del moderatore, il fatto che la Chiesa Valdese ha perso in un anno più di 600 membri (ormai siamo a poco più di 17.200!), che le contribuzioni sono sempre meno e insufficienti a mantenere i pastori (ancora numericamente in calo), che il patrimonio immobiliare della Chiesa, valutato oltre 50 milioni di euro, non solo non produce più un reddito con cui finanziare il campo di lavoro ma addirittura è diventato un costo e altri dati del genere.

Quasi nessuna riflessione sul perché le cose vanno così male, se non un generico ricordare che tutte le chiese (storiche) dell’Europa occidentale sono in difficoltà e quindi un mal comune diventa un mezzo gaudio.

Qualcuno ha sottolineato che in America e nel Sud del mondo le cose vanno diversamente, che le chiese evangelicali crescono, ma anche in questo caso nessuna riflessione sul perché loro sì e noi no.

Un altro anno e un altro Sinodo a far finta che non stia succedendo nulla di grave, che dopo tutto le cose non vanno così male.

Per quanto ancora potremo andare avanti in questo modo? Dieci, venti, trent’anni?

Forse proprio su questo punta il cattolicesimo romano: non occorrerà alcun percorso di pentimento da fare insieme con i Valdesi perché fra qualche decennio non saranno più un problema, i pochi valdesi rimasti torneranno anche loro sotto l’ala protettrice del cattolicesimo, grazie al perdono accordato dall’establishment valdese, ancor prima di quello del Sinodo e sicuramente con buona pace di quei valdesi che essendo morti ormai da secoli non hanno più la possibilità di dire la loro.

Nikodemos

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