Ieri 16 maggio l’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia ha votato per consentire a chi ha una unione civile con persona dello stesso sesso di essere ordinato pastore. La decisione è stata presa con 306 voti a favore e 183 contro, su 850 membri. Il che significa che 361 delegati erano assenti. Tutti presenti invece i presbíteri (sorta di “senatori” della chiesa) che si sono schierati 31 pro e 14 contro. Il portavoce della Chiesa di Scozia ha precisato che la posizione sul matrimonio resta quella tradizionale, ma si consente alle singole chiese locali di scegliere pastori uniti civilmente a persone dello stesso sesso. Una posizione non proprio chiarissima, per dire poco. Tra qualche giorno ci sarà un voto sull’estendere la possibilità anche a chi è “sposato” con persone dello stesso sesso.
Notiamo che nella Chiesa Valdese non si va troppo per il sottile e su queste cose neppure si vota, dato che vi sono ormai diversi pastori dichiaratamente omosessuali e bisessuali, che magari vedono nella bisessualità “un dono di Dio”. Quanto ai numeri, notiamo che al Sinodo del 2010 i voti a favore delle benedizioni gay furono il 58% degli aventi diritto e il 74% dei votanti. Presso la Chiesa di Scozia si è trattato del 36% e 63%, ma nessuno parla di “ampia maggioranza”.
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