Non conosco il fr. Tullio Rapone (autore di un articolo da noi segnalato), ma non capisco cosa egli intende quando dice : «Continuare con l‘impegno sull‘omosessualità, ma ai Gay Pride si vada a livello personale, semplicemente perché non tutti la pensano uguale » (…)
Che senso ha di insinuare che da cristiani evangelici si possa andare ai Gay Pride (e perciò sostenere una tale manifestazione) solo a titolo personale ? Intanto, se diciamo di essere cristiani evangelici, non dovrebbe essere l’autorità della Parola a dirci come pensarla su questo tema da Cristiani nati di nuovo e rigenerati dallo Spirito Santo? Come la pensiamo sull’adulterio, sullo scambio di partners o sulla fornicazione in linea generale? Perchè mai si dovrebbe ammettere che si possa « non pensare uguale » sul tema dell’omosessualità quando essa viene elencata e vietata insieme a tutti gli altri comportamenti immorali ?
Non capisco nemmeno quest’altra parte : « La Chiesa Valdese, va dato atto, ha compreso il mutamento epocale che sta avvenendo con gli spostamenti di popolazione che si stanno verificando. Si sta attrezzando, nel suo piccolo, a quello che avverrà. »
Qua c’è una profonda contraddizione. Cosa si intende con «compreso il mutamento epocale che sta avvenendo… » E mi si dica su quali aspetti la Chiesa Valdese «si sta attrezzando… a quello che avverrà» quando Tullio Rapone dice egli stesso che fra poco le chiese valdesi diventeranno musei… !
Non di meno, non capisco perchè un pastore battista valuta la situazione della Chiesa Valdese in termini di «grave perdita per la cultura italiana…»
E delle gravi conseguenze spirituali e morali cosa ce ne facciamo ? Per quale motivo Cristo ci è stato mandato ? Non sapevo che il Grande Mandato della Chiesa di Cristo si limitasse a mantenere viva la « cultura italiana »…
Sarà che non ho capito il Vangelo… perdonatemi…
Calogero Fanara <><
Credo tu abbia ragione su tutta la linea fratello Calogero. Le tue perplessità e le tue domande sull’articolo le posso tranquillamente fare mie.