Il pastore Fulvio Ferrario professore di teologia e decano della Facolta di Teologia Valdese, ha pubblicato ieri 21 agosto su Facebook questo interessante testo:
Chiese “irrilevanti”
Anzitutto per i loro membri
La chiesa chiusa e il tabaccaio aperto: è uno dei simboli della recente emergenza sanitaria, che ha certificato quella che un teologo protestante tedesco chiama “l’irrilevanza delle chiese dal punto di vista sistemico”. Detto più semplicemente, senza il tabaccaio la società di inceppa, senza le chiese no.
In Italia, soprattutto nella prima fase del cosiddetto lockdown, i vescovi cattolici hanno reagito con una certa ira, attribuendo la situazione all’atteggiamento autoritario del governo: guardate, hanno detto, che il nostro volontariato è rilevante eccome, e se gli togliete i sacramenti chiudendo le chiese potrebbe lasciarvi soli di fronte alla crisi. In Germania entrambe le chiese si sono mostrate stupite e anche turbate dalla naturalezza della “chiusura” e dal fatto che la Cancelliera Merkel, membro della chiesa evangelica e figlia di un pastore, non ha nemmeno rilevato il problema, nel discorso alla nazione relativo all’emergenza.
I temi sarebbero molti: ci si potrebbe chiedere, ad esempio, che significa “rilevanza sistemica” o “sociale” per le chiese e se davvero il tabaccaio e la chiesa possano essere collocati sullo stesso piano e dunque confrontati. C’è però una questione molto più semplice, e più inquietante.
Prendiamo il caso tedesco. Ancora oggi (ma non per molto), più del 50 % dei tedeschi appartiene alla chiesa cattolica o a quella evangelica, all’incirca in parti uguali. Dunque, le chiese SONO statisticamente rilevanti. Esse sono però SPIRITUALMENTE IRRILEVANTI per i loro stessi membri. Le percentuali di frequenza ai culti, ad esempio, sono agghiaccianti: circa il 3% per la chiesa evangelica, un po’ meglio per quella cattolica, ma sempre ben sotto il 10%. E’ ovvio che, in una società nella quale essere cristiani non è necessario per essere accettati, un simile indifferentismo DEI COSIDDETTI CREDENTI conduce all’evaporazione della chiesa. Prima o poi ci si chiede se vale la pena pagare la tassa ecclesiastica e la risposta è inesorabile. La chiesa è irrilevante per la società perché lo è per i suoi membri. Un esempio semplicissimo: le chiese tedesche si arrabattano ecumenicamente per far chiudere i supermercati alla domenica. Ma se metà Germania evitasse sistematicamente di fare la spesa nel giorno del Signore, i supermercati chiuderebbero da soli.
In Italia, la tassa ecclesiastica non c’è e il problema è leggermente meno drammatico. Anche le percentuali di frequenza al culto cattolico sono migliori. Le chiese evangeliche sono diaspora e vivono dinamiche diverse. Dove non lo sono, i fenomeni appaiono del tutto analoghi. In ogni caso, in molte comunità valdesi o metodiste il numero di coloro che contribuiscono finanziariamente è inferiore al 50% dei membri, il che, per una minoranza, è semplicemente letale. La chiesa, per queste persone, “non vale niente”, alla lettera.
Summa summarum: sembra che, al momento, il problema più urgente non sia tanto l’evangelizzazione delle masse scristianizzate e sedotte dall’ateismo di Odifreddi, quanto spiegare a chi ancora ha un rapporto con la chiesa che se non prendi sul serio quello che Paolo chiama il corpo di Cristo, bestemmi il buon Dio. Detto così, non pare un messaggio teologicamente complesso, eppure fatica a passare.
P.S. Dopo aver dato una scorsa ai commenti, mi permetto una piccola osservazione. Chi ama pensare che i guai delle chiese dipendano dal sinistrismo è liberissimo di farlo, anche se non mi trova d’accordo e, in ogni caso, è in ritardo di una trentina d’anni. Se poi si insiste nell’equiparare, che so, la Caritas a una cellula sovversiva, allora il dissenso verte proprio sulla comprensione dell’evangelo di Gesù.
IN OGNI CASO, eviterei di tirare in ballo Subilia. E’ vero che egli criticava il sinistrismo di maniera; più in radice, però, criticava il cristianesimo di maniera, cioè quello bigotto, che è profondamente reazionario e, di solito, politicamente non di sinistra. L’interpretazione conservatrice di Subilia è a mio parere miope e ingiusta anche nei confronti della figura.”
Benché sia solo un post su Facebook, si tratta di uno scritto importante, perché tocca alcuni punti fondamentali della vita delle chiese, e ovviamente in particolare di ciò che resta della Chiesa Valdese: il ruolo delle chiese nella vita della nostra società, ma soprattutto nella vita dei loro membri. Bisogna “spiegare a chi ancora ha un rapporto con la chiesa che se non prendi sul serio quello che Paolo chiama il corpo di Cristo, bestemmi il buon Dio”, dice Ferrario. Noi lo prendiamo molto sul serio, fin dall’Appello al Sinodo del 2010 (alcuni di noi iniziarono a farlo già con la petizione del 1976), finito sotto le critiche proprio del professor Ferrario, garbate, ma di certo non molto aperte alle nostre ragioni, non dico per abbracciarle, ma per esaminarle seriamente. La sua lettera criticava il tono, lo stile, le citazioni del nostro Appello (Bibbia e Confessione di Fede,pensa un po’), ma non ne affrontava realmente il contenuto. Si limitava a dire di ritenere incomprensibile la nostra affermazione secondo la quale «da tempo la Chiesa Valdese, sola o insieme ad altre, impegna il proprio nome in iniziative, a volte anche lodevoli, almeno nelle intenzioni, che per la loro fallacia creano divisioni e non hanno nulla a che fare con ciò che essa deve essere». In modo simile aveva replicato alle forti critiche giunte da chiese evangeliche, senza appunto approfondire il tema fondamentale: la compatibilità o meno con la Bibbia delle decisioni sinodali sulle benedizioni alle coppie dello stesso sesso. Noi replicammo ampiamente e con argomenti, ma oggi potremmo sintetizzare dicendo: come ci si può lamentare dell’irrilevanza delle chiese, dei molti credenti che non prendono sul serio il corpo di Cristo, cioè la Chiesa, se non si sono presi sul serio i tanti all’interno di essa, di cui si sono calpestati i sentimenti, le idee e gli appelli, se non si è presa sul serio la Parola di Dio? Come si può pensare di essere rilevanti nella societàe nei membri di chiesa se non si ritiene rilevante la Parola di Dio, l’evangelo (quello vero, non quello tutto interpretazione di certi teologi)?
(prima parte – continua)
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