(segue dalla prima parte)
Un bell’esempio di religiosità ambientalista è l’articolo “L’Abc (def) del clima” pubblicato su Riforma del 9 ottobre, in occasione del “percorso italiano del ‘People’s Pilgrimage’ la marcia verso la Conferenza Onu sul clima (Cop21) di Parigi”. Ecco, sono almeno milleduecento anni che noi valdesi (o un nostro “anticipatore” come oggi ci si limita a definire Claudio, vescovo di Torino) rifiutiamo il valore dei pellegrinaggi, sono passati più di cinquecento anni da quanto Martin Lutero fu disgustato dal degrado morale e spirituale visto a Roma, ma ora ci dobbiamo sorbire i pellegrinaggi come “riscaldisti”! Proseguendo nella lettura, scopriamo infatti che al “pellegrinaggio” ha aderito la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, già nota per aver schierato le chiese che la formano a favore del referendum per consentire alle aziende municipalizzate di poter gestire acquedotti e altri servizi pubblici senza il fastidio di una gara d’appalto.
Subito dopo, il ricchissimo articolo ci informa che la presentazione italiana del pellegrinaggio è avvenuta in un “incontro interreligioso” tenutosi “in piazza San Giovanni, davanti all’ingresso principale della basilica”, con “esponenti cattolici, evangelici, musulmani, buddisti, Hare Krisna”. Insomma, a pochi metri dalla “Scala Santa”, dove Lutero vide i pellegrini salire a ginocchioni convinti di lucrare indulgenze consistenti nell’accorciamento del tempo da passare nel Purgatorio, convinti cioè che la morte di Gesù non fosse sufficiente a riscattare coloro che credono in lui. Allo stesso modo, oggi, i cristiani presenti non ritengono interessante diffondere il vero Evangelo di Cristo, ma smaniano per mescolarsi a varie altre religioni nel proclamare che la salvezza, non viene dal Cristo, ma da un compromesso politico a Parigi tra i capi di vari paesi, per ridurre l’emissione di anidride carbonica, il gas che emettiamo quando espiriamo, cosa che dovrebbe evitare il proseguire il “catastrofico” aumento di 0,8 gradi della temperatura media del pianeta rispetto alla fine del XIX secolo, uno dei secoli più freddi (probabilmente il secondo dopo il XVII) degli ultimi cinquemila anni. Il fatto che, ad esempio ai tempi di Gesù la temperatura fosse più alta di oggi e così il livello dei mari non importa a questi signori. Di certo le fiamme del Purgatorio, se esistesse, avrebbero tutta un’altra temperatura, che giustifica assai più i pellegrini che vide Lutero rispetto a quelli di oggi.
Dall’articolo di Luca Baratto apprendiamo poi che il “pellegrinaggio” nasce da una marcia di “mille chilometri da Manila a Tacloban City, la città che nel 2013 è stata colpita dal ciclone Hayan, il più devastante di tutta la storia dell’umanità e l’esempio più eclatante degli effetti del cambiamento climatico”. Vengono in mente le processioni dell’Ottocento in varie località delle Alpi, ad esempio Courmayeur, per fermare la poderosa avanzata dei ghiacciai, “la più devastante di tutta la storia di Courmayeur”. Dopo alcuni anni le processioni apparirono efficaci (varie cappelle furono dedicate alla Madonna), perché i ghiacciai si ritirarono, secondo uno dei tanti cicli e sottocicli di riscaldamento e raffreddamento del nostro pianeta.
(fine seconda parte – continua)
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