Un articolo di Daniela Michelin-Salomon
Primo articolo della Confessione di Fede valdese. “Noi crediamo che vi è un solo Iddio, il quale è una Essenza spirituale, eterna, in somma, del tutto perfetta. E che vi sono tre Persone in quella sola e semplice Essenza, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”.
I teologi e i pastori consacrati della chiesa ufficiale valdese, occasionalmente, nelle liturgie e nei loro insegnamenti usano esporre concetti di origine diversa da quelle delle Confessioni di fede della Chiesa storica. Mi riferisco, in modo particolare alla dottrina della Trinità.
Essi illustrano la dottrina della Trinità cercando di spiegarla usando l’immagine dell’uomo. L’uomo al centro! DIO spiegato attraverso l’immagine dell’uomo. Dio rappresentato attraverso l’uomo!
L’ uomo non può essere preso come esempio per rappresentare Dio perché l’uomo non è Dio! Eppure queste sono le tecniche sofisticate di teologi che studiano la natura di Dio focalizzando l’immagine dell’uomo e non più mediante la Scrittura.
Dunque per loro Dio è come l’uomo che può essere “nello stesso tempo molte cose, pur essendo e restando una singola persona”. Certo io posso essere, allo stesso tempo, figlio, padre e zio oppure piemontese, italiano ed europeo. E così la dottrina dell’uomo è stabilita: ognuno di noi è al tempo stesso uno e molteplice.
Così, su questa base umana, viene dichiarato che Dio è uno e tre, ma si intende TRE MODI di essere: Dio fatto a immagine dell’uomo.
Poi non basta! Visto che” l’uomo” è anche femmina “occorre” dare la chiara impressione che la divinità sia anche “femmina” e così… nella rappresentazione di Dio all’ immagine dell’uomo occorre che ci sia un un’aspetto femminile. Ed ecco apparire la “Spirita Santa” alla quale ci si può rivolgere liberamente nelle liturgie, perché pare che la parola ebraica, per riferirsi allo Spirito Santo sia femminile.
Certo che detto così da un teologo “c’è da fidarsi”, ma da altre fonti autorevoli risulta che questa è una mezza verità. Con le mezze verità il genere umano è andato in rovina! Il nome “Spirito ” traduce il termine “Ruach”, che nel suo senso primario significa soffio, aria vento. L’ espressione “Spirito Santo” (sostantivo più aggettivo) non si trova nel testo biblico ebraico, dove il riferimento allo Spirito è sempre accompagnato da un genitivo di appartenenza.
La rivelazione “completa” dello Spirito Santo, per quel che dovevamo conoscere, ci è stata data nel Nuovo Testamento, il quale è stato scritto in GRECO. In tutto il Nuovo Testamento lo Spirito Santo è riferito al maschile, sebbene la parola per “spirito” in sé stessa (pneuma) sia di genere neutro.
Il termine ebraico per “spirito” è femminile in Genesi 1:2, ma il termine greco maschile è usato per tradurre il termine ebraico “ruach”. Pneuma, “soffio” è singolare, maschile.
L’identità di genere di Dio non si può dedurre. Tentare di dare a Dio un un’identità di genere come all”uomo equivale a crearsi un Dio a propria immagine e somiglianza.
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