La vicenda della lista di proscrizione pubblicata dal “Corriere della sera” si tinge di giallo con un continuo scaricabarile tra i protagonisti di questa storia. Dietro questa ignobile pagina del giornalismo italiano assistiamo all’apice di un processo di criminalizzazione del dissenso che dura da anni e che sta avvelenando la verità. L’obiettivo del potere è infatti silenziare il pensiero divergente e cancellare qualunque forma di dissenso: i pensieri dei cittadini (compresi intellettuali, politici e giornalisti) devono allinearsi e omologarsi alla narrazione del pensiero unico.
Questi fenomeni, però, non riguardano solo i potentati politici ed economici, ma anche, per esempio, le forze che dominano le chiese (di ogni denominazione), nonostante le loro pretese di occupare i posti che occupano in seguito ad un processo legale e democratico. In che misura chi sta al potere abusa e manipola le leggi per garantire la loro posizione? In che misura le “liste di proscrizione” (più o meno esplicite) sono usate per emarginare, estromettere e colpire chi non segue la loro linea ed ambizioni? Quando, anche nelle chiese, si dice ai propri membri di chiesa di non avere contatti con tale e tale persona perché li potrebbe influenzare ad assumere posizioni sgradite a chi sta al potere? Quali pretesti oggi vengono usati nelle chiese per emarginare chi dissente con la linea ufficialmente stabilita?
La dinamica del potere e degli abusi del potere è cosa di cui tutti dovrebbero avere consapevolezza. Non approfondiamo ora questa questione, ma ci ritorneremo. Ascoltate però le considerazioni generali sugli avvenimenti di cronaca più recente che Enrica Perucchetti, che vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice, conduttrice televisiva ed editor. Lieti poi di avere in merito i vostri commenti dopo aver ascoltato ciò che dice e come può avere paralleli anche nell’ambito delle chiese.
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