Rispondiamo: Ci spieghi come altrimenti interpretare le sue parole
Il pastore Sergio Manna ha commentato il nostro breve articolo sul suo sermone del 10 marzo e il commento lo si può leggere cliccando sull’icona apposita (un fumetto) in fondo all’articolo. Ma, per renderlo più visibile, lo riportiamo anche qui:
“Ho letto quanto viene detto del mio sermone su “valdesi.eu”. Vi si travisa pesantemente quello che ho scritto e si cerca di farmi dire ciò che non ho mai detto. Io mi assumo davanti a Dio e agli esseri umani tutta la responsabilità di quanto ho scritto e predicato. Si rimandino le persone direttamente al sermone anziché affermare: “da questo passo il pastore deduce che se si segue Cristo si doveva per forza votare un partito e non si doveva assolutamente votare per un certo altro partito”. (sic!). Questo è assolutamente falso e chi dice che io abbia sostenuto questo è bugiardo!”
Ringraziamo il pastore Manna per il suo intervento. Gli facciamo però notare che abbiamo già fatto precisamente ciò che lui ci chiede, cioè abbiamo rimandato i lettori al sermone con un link, che qui ripetiamo. Tuttavia, poiché per accedere alla pagina dove il pastore ha collocato il testo del sermone occorre essere iscritti a Facebook, ne pubblichiamo qui un brano senza alcuna modifica salvo i grassetti, premettendo che pensiamo di avere il diritto di commentare le sue parole e trarne conclusioni visto che lui lo fa con la Parola di Dio. Certo, noi cerchiamo di attenerci al testo. Ecco la parte centrale del sermone:
“Perché vedete, se un partito guidato da un magistrato che è stato in prima linea nella lotta contro la mafia, e che ha cercato di svelare gli intrecci tra mafia e politica, rimane fuori dal parlamento e in quel medesimo parlamento ci entra invece ampiamente il partito capitanato da un pregiudicato che trova sempre qualche buona scusa per sottrarsi ai numerosi processi che lo riguardano, allora vuol dire che il nostro Paese si nutre veramente di spazzatura; che preferisce l’illegalità alla legalità, la menzogna alla verità, la disonestà all’onestà.
Perciò la domanda che ci pone il Vangelo rimane quanto mai attuale: Di cosa intendiamo nutrire la nostra mente, il nostro cuore, il nostro spirito? Dalla risposta a questa domanda dipende la nostra vita; dalla risposta a questa questione dipendono le nostre scelte: anche quelle etiche e politiche che riguardano l’intero Paese.
Quando Gesù ci dice “Io sono il pane della vita” ci rivolge un invito a nutrirci di lui, della sua Parola, del suo modo di guardare alla vita; al rapporto con Dio, ma anche a quello con il prossimo. Perché, vedete, non ci si può nutrire di Cristo e amare la menzogna; non ci si può nutrire del Vangelo e amare l’illegalità; non ci si può accostare al “pane della vita” e vivere una vita sotto il segno dell’egoismo, dell’indifferenza, della furbizia, dell’arroganza, del sopruso, dell’intolleranza, del razzismo e di tutti gli altri mali che stanno avvelenando questa nazione”.
È davvero arduo, pastore Manna, negare che il ragionamento da Lei fatto con queste frasi non vada nella direzione che noi abbiamo detto: totale squalifica di un certo partito, e forte sostegno ad un altro, entrambi perfettamente identificabili (nonostante l’unico capo di partito che corrisponde tecnicamente alla definizione di “pregiudicato” – cioè condannato in sede penale in via definitiva – non sia quello cui chiaramente Lei si riferisce). Ammettiamo che le sue parole non comportavano effettivamente l’obbligo per il cristiano di votare il “partito guidato dal magistrato” ecc., ma “solo” la piena conformità all’insegnamento di Cristo di farlo. Ammettiamo che le Sue parole consentono al cristiano anche una scelta diversa. In ogni caso, si tratta di una chiarissima ed esplicita presa di posizione politica e partitica. È molto bello che il pastore dica di assumersi la piena responsabilità di quanto ha detto e predicato. Bello, ma non sufficiente e non del tutto vero. Il ministerio pastorale non è la licenza di dire dal pulpito ciò che a uno passa per la testa, ma è lo strumento principale attraverso il quale la Chiesa “professa le dottrine contenute nell’Antico e nel Nuovo Testamento e formulate nella sua confessione di fede”(Discipline Valdesi, Articolo 2). Per cui, ciò che egli dice dal pulpito non coinvolge solo lui stesso, ma diventa responsabilità dell’intera Chiesa. Inoltre, il testo del sermone, peraltro pubblicato dallo stesso pastore Manna dunque del tutto autentico, non contiene nessuna espressione come “secondo me”, “per come la vedo io”, “ma qualcun altro potrebbe fare esempi diversi” o simili. Il testo manifesta invece una granitica certezza che nutrirsi di Cristo comporti essere per la verità, la legalità e la menzogna, cosa che condividiamo naturalmente. Ma il fatto è che poche righe prima il pastore di Pomaretto identifica in modo chiarissimo verità, legalità e onestà con il “partito guidato dal magistrato” ed associa ancora più chiaramente “menzogna, illegalità e disonestà” al “partito capitanato da un pregiudicato”. Sarebbe interessante che il pastore, oltre a darci del “bugiardo” e di avere scritto il “falso” ci spiegasse come altrimenti vanno interpretate le sue parole, perché noi, che non siamo così raffinati intellettuali, non riusciamo ad interpretarle altrimenti .
Ricordiamo infine ai lettori che, per quanto incredibile, queste parole sono state dette in un sermone.
Abbiate il coraggio di pubblicare l’intero sermone anziché pubblicare soltanto quello che vi torna comodo con l’intento di manipolare e diffamare.Chi ha ascoltato o letto il sermone per intero non ha avuto dubbi su come interpretarlo. Con questo vi lascio alle vostre calunnie. Sono in partenza per l’America e non ho tempo da perdere!
P.S.: Vi consiglio di correggere il vostro messaggio precedente, nel quale vi è scappato un lapsus (freudiano?)dal quale si evincerebbe che siate per la menzogna. Chissà, magari è stato l’inconscio a parlare.
Caro Signor Manna,
Ho letto per intero il suo sermone e ho pure riletto con calma il capitolo 6 dell’evangelo di Giovanni, e a me non sembra proprio che il Signore Gesù abbia detto queste parole per sostenere l’dea di una giustizia sociale e politica, ma bensì di venire a Lui, come giustamente lei dice, ma per ben altri scopi che lei non menziona nemmeno una volta; cioè che Lui è il pane della vita affinché chi va a Lui, non abbia più fame, e non abbia mai più sete (versetto 35). Per non perdere nulla di quello che il Padre gli aveva dato, ma di risuscitarlo nell’ultimo giorno (v.39). Per dare vita eterna a chiunque crede al Figlio e lo contempla (v.40).Per attestare che chi mangia Lui, il pane vivente, vivrà in eterno (v.51). Invitando la gente non a prendere posizioni sociali e politiche, ma a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue per avere vita eterna (v.54)e per far vivere chiunque lo mangia (v.57).
Cordialmente. Daniela Michelin Salomon