Ancora una volta, un Sinodo in gran parte non eletto. Ma un tempo era un organo davvero democratico
Il pastore di San Secondo di Pinerolo, Eugenio Bernardini, sarà quasi certamente il prossimo Moderatore della Tavola Valdese. Noi di valdesi.eu gli inviamo i nostri auguri e invitiamo tutti a pregare perché il Signore lo guidi.
Il pastore Bernardini non ha preso pubblicamente posizione sulle recenti controversie valdesi, né ha risposto alla nostra lettera inviata ai pastori per sapere se e perché avevano votato l’ordine del giorno del Sinodo 2011 di condanna verso di noi. Dunque non sappiamo come ha votato poiché, come è noto, l’esclusione del pubblico dall’aula sinodale, in violazione del regolamento, ha introdotto – di fatto – il voto segreto, determinando una ulteriore violazione del regolamento stesso. Ci auguriamo che il presidente del Sinodo 2012 ponga fine a tale disdicevole situazione.
Ma come si fa a sapere cosa deciderà il Sinodo che si terrà fra due mesi?
Infatti non si dovrebbe sapere, in quanto ci si aspetterebbe che il Sinodo, il cui funzionamento è simile a quello di una camera parlamentare, fosse democraticamente eletto ogni anno e dunque non si potesse sapere come si orienta la sua maggioranza finché non è radunata. Così era, almeno in gran parte, nel passato. Nei primi dieci sinodi di cui ci sono pervenuti gli atti, infatti, quelli dal 1693 al 1699, i membri di diritto – cioè i pastori – non superavano il 38%, tranne in un paio in cui alcune chiese non mandarono deputati eletti. Quelle chiese, peraltro attanagliate dalle terribili difficoltà del dopo-esilio, furono censurate dal Sinodo per questo. La situazione, mutò, specialmente dopo il 1848, quando i pastori iniziarono a crescere in numero in relazione alle iniziative di evangelizzazione dell’Italia. Si arrivò al punto di dover stabilire che a partire dal 1979 i pastori con diritto di voto non potessero superare la metà dei membri del Sinodo, e ciò significava che prima erano addirittura maggioranza. Dal 1992, però, si stabilì anche che un diacono ogni sette ha diritto di voto. Oggi perciò, su 180 membri del Sinodo con diritto di voto, 90 sono pastori, 3 sono diaconi e solo 87 (il 48,3%) sono eletti. Insomma, se sono d’accordo i pastori, i giochi sono già bell’e fatti. Gli 87 eletti hanno sempre molta meno esperienza sinodale e, come in qualsiasi assemblea, tendono a seguire chi ne ha di più, cioè i dipendenti della Tavola, pastori e diaconi. Ma se anche, per inverosimile ipotesi, decidessero di non farlo, sarebbero sconfitti dal blocco dei membri non eletti.
Ebbene, i pastori ormai, almeno in gran parte, sono d’accordo e sono già iniziate le grandi manovre pastorali al riguardo: la comunità del pastore che dovrebbe sostituire Bernardini a San Secondo è già stata coperta, con l’invio – a sorpresa – da parte della Tavola di un pastore che era a poco più di metà del suo settennato in una comunità che non è stata minimamente interpellata. Il nuovo pastore verrebbe volentieri a San Secondo, o in altra comunità delle Valli, per godere di un avvicinamento familiare, rassicurando pertanto tutti coloro che hanno esigenze di quel genere.
Questo non toglie nulla al nuovo moderatore, ma certo non è decoroso per la vantata democraticità valdese. Finisce che guardiamo con un certo interesse ai conclavi della Chiesa Cattolica Romana, dove di democrazia non ce n’è per nulla in quanto i cardinali elettori sono cooptati dai papi precedenti e non eletti, ma almeno l’elezione del nuovo papa riserva frequenti sorprese e l’esito è certo solo dopo il voto, non mesi prima.
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