Un nuovo esempio di “dialogo e apertura”
Il vice presidente di turno del Sinodo Valdese ha dichiarato irricevibile il nostro ricorso contro l’ordine del giorno del Sinodo 2011 di “denuncia” del nostro sito e di “deplorazione” per i suoi contenuti. La tesi sarebbe che l’ordine del giorno di condanna di questo sito non sarebbe un “provvedimento” specifico contro il quale si possa ricorrere al Sinodo.
Dal punto di vista formale, osserviamo che:
1) il Regolamento del Sinodo non pone limiti specifici, parla solo di “provvedimento”; un ordine del giorno che “denuncia”, “deplora” e attribuisce fatti specifici, sembra proprio un “provvedimento”, ed è sicuramente un provvedimento del Sinodo;
2) il caso più recente di ricorso al Sinodo, che questo esaminò, è quello di una persona licenziata da un concistoro: è vero che qui non si licenzia nessuno, ma si addita alla “deplorazione” di tutti i membri di chiesa delle persone, di cui molti membri di chiesa, attribuendo loro anche fatti non veri; insomma, se non ci sono in ballo dei quattrini, ma “solo” la dignità delle persone, il Sinodo se ne infischia?
3) la commissione d’Esame, visto che nel ricorso si afferma che l’ordine del giorno contiene dei dati falsi, avrebbe avuto il dovere, per tutelare la dignità e il prestigio del Sinodo, di fare una di queste due cose: a) scrivere nella sua relazione che invece i dati erano tutti veri e che dunque non c’era motivo di rivedere la decisione, oppure b) proporre un ordine del giorno correttivo per rettificare le cose errate dell’ordine del giorno, anche senza discutere il provvedimento; comportandosi così, invece, evidentemente si ammette che il Sinodo ha votato una cosa falsa, oppure si ammette che non si tiene a precisarlo.
Nella sostanza, è semplicemente penoso vedere la chiesa dell’accoglienza, del dialogo,dell’apertura ecc., non riesce, non vuole, non sa parlare a chi non si allinea alle stravaganti nuove teorie e prassi, spesso incoerenti e mai spiegate se non con frasi fatte e slogan, a costo di fare strame della Bibbia. Ma non si sono limitati a non rispondere: hanno voluto addirittura, “denunciare”, “deplorare” e accusare di cose false chi ha osato opporsi.
Tutto questo, dopo essersi sperticati di lodi, peraltro meritate, al ministro Cecile Kyenge, che in un bel discorso ha esortato a non avere paura del diverso, a conoscere l’altro, ad amare il prossimo come se stessi. Certo! Bellissima cosa! La facciano pure gli altri!
Possiamo rallegrarci di una cosa: che l’Italia, con tutti i suoi limiti e le sue pagine buie, tratta gli immigrati – di altri Paesi, di altre etnie, di altre religioni – molto, ma molto meglio di quanto faccia chi rappresenta la Chiesa valdese nei confronti di fratelli e sorelle della stessa chiesa e fede.
Non mi aspettavo una decisione diversa…
In effetti, con l’attuale dirigenza della CV “ben installata” sui pulpiti, nei media e nella facoltà di teologia, sicuramente non lasceranno spazio per il dissenso. Dobbiamo solo perseverare, costruendo pazientemente la SAV, qualificare sempre meglio l’alternativa, dare voce, coraggio e formazione ai dissenzienti. Un’autentica chiesa riformata, fedele al suo retaggio storico, risorgerà anche in Italia, come in altri paesi. “È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno” V(2 Timoteo 1:12).
D’accordo con Paolo.