Avete mai fatto esperienza dell’acrasia? L’acrasia è un comportamento irrazionale, insensato, tenuto da una persona che opera scelte contrarie a quelle individuate come ottimali per sé.
In genere, con questo termine si intende l’agire in maniera opposta alla scelta migliore. Tra due opzioni, A e B, tenendo presente che la A è quella migliore, perché si finisce con lo scegliere la B? Nonostante questa vada completamente contro i propri interessi e sia evidentemente la scelta peggiore, o comunque meno conveniente?
Socrate negava l’akrasia, asserendo che l’essere umano non può mai andare volontariamente verso il male. Il che è contraddetto dalla realtà e ben descritto dal Nuovo Testmento.
La parola acrasia, infatti, ricorre due volte nel Nuovo Testamento greco. In Matteo 23:25 Gesù lo usa per descrivere capi religiosi ipocriti, tradotto “intemperanza”, con il significato di incapacità di auto-controllarsi, auto-indulgenza, eccesso. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d’intemperanza”, anche tradotto: “Vi preoccupate di pulire la parte esterna dei vostri piatti e dei vostri bicchieri, ma intanto li riempite dei vostri furti e dei vostri vizi”.
L’apostolo Paolo offre anche la minaccia della tentazione attraverso l’acrasia come motivo per cui marito e moglie non si privino l’un l’altro dei rapporti sessuali se non per breve tempo: “Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza” ( 1 Corinzi 7:5 ).
In un altro brano (Rom. 7:15-25) Paolo, senza effettivamente usare il termine acrasia, sembra riferirsi allo stesso fenomeno psicologico nel discutere il conflitto interiore tra, da un lato, la legge di Dio, che egli identifica con “la legge della mia mente”, e “un’altra legge nelle mie membra”, identificata con “la carne”, “la legge del peccato”: “Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio”. (v.19)”.
Oggi l’acrasia, nel senso di comportamento irrazionale che va contro ai propri interessi, la si potrebbe applicare al fenomeno per il quale si impongono sanzioni economiche alla Russia pur sapendo di pregiudicare così le risorse energetiche che mantengono in piedi la nostra economia e benessere, comprando poi gas dagli USA ad un presso dieci volte superiore! C’è chi lo giustifica come un comportamento “eroico”, un “sacrificio” per difendere certi “valori”, ma si tratta solo della stupidità di servi palesemente ingannati in questo senso. Altri paesi, però, sono in questo molto più furbi!
In effetti un comportamento sacrificale che va contro i propri interessi per il bene di altri è quello di Cristo che muore in croce per pagare lui, innocente, il prezzo dei nostri peccati, ma, per quanto ci riguarda, bisogna valutare bene la situazione per vedere se i nostri sacrifici effettivamente siano altruismo sacrificale. E’ infatti possibile essere al riguardo ingannati, come nel caso delle sanzioni contro la Russia. Quel che ci vorrebbero suggerire è “fare sacrifici per l’Ucraina”. Di fatto non facciamo loro alcun favore perché quella popolazione è oppressa dal loro stesso governo e la situazione è sfruttata dagli interessi politici, economici e militari degli USA (sostenuti dai loro servi dell’UE e della NATO. La Russia è intervenuta per difendere la popolazione inerme del Donbass, massacrata fin dal 2014 dal governo ucraino, ispirato da principi nazisti.
Mi domando se proprio i cristiani siano particolarmente suscettibili ad essere ingannati da chi sfrutta la loro sensibilità al sacrificio.
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Questa riflessione sul termine “Acrasia” mi è stata ispirata da Edoardo Gagliardi in una sua nota Metapolitics su Telegram.
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