Ecco le altre parti di questo approfondimento.
Dopo la ventata filo cattolico-bergogliana, il Documento (siamo solo a pagina 2) passa ad affermazioni socio-antropologiche assai discutibili, a cominciare da questa:
“la famiglia presunta «naturale» è in realtà regolata dallo Stato che definisce per legge quali vincoli affettivi possano dirsi famiglia, ma non bisogna dimenticare che la legislazione è influenzata dai cambiamenti socio-culturali”.
Non arriva proprio a dire che la famiglia è stata inventata dallo Stato, ma ci arriva molto vicino. Insomma, il fatto
che, per natura, solo l’unione uomo-donna sia feconda non conta, forse – chissà – a dirlo si passa per omofobi! Conta poco o nulla anche il fatto che, avendo dei piccoli non autosuffcienti per anni, con gravidanza e allattamento particolarmente gravosi per la donna, la specie umana non sarebbe sopravvissuta senza un rapporto duraturo tra l’uomo e la donna. Questi signori ultra liberal, se gli tocchi Darwin si indignano come un tempo si faceva con chi vilipendesse la Bibbia, ma improvvisamente dimenticano la naturalità della famiglia e ci dicono che non è naturale ma definita dallo Stato. Uno dei tanti corto-circuiti ideologici di costoro: Darwin mise l’evoluzione al posto di Dio, e questo piace; ma – da mai pentiti seguaci del peggior marxismo, piace ancora di più mettere lo Stato al primo posto, ancora prima dell’evoluzione e di Darwin!
E’ tipico delle ideologie negare la realtà naturale e scientifica in nome di qualche dogma. I razzisti si bevevano la teoria secondo cui gli individui “di pura razza” sono più forti che quelli “di sangue misto”. Una palese stupidaggine, ma si accordava con la loro ideologia. Così come l’ideologia marxista imponeva di credere che un’economia statalizzata e programmata fosse più efficiente di quella basata sul libero mercato. Oggi si è passati all’ideologia “gender”, che conserva ancora molto di quello statalismo idolatra di pochi decenni fa. Infatti si dice che, “[o]ltre alle leggi, lo Stato interviene a modellare la famiglia anche attraverso le politiche sociali”!
Insomma – secondo costoro – se hai ha un legame di affetto, di attrazione e di fedeltà verso tua moglie o tuo marito è perché lo Stato dà le detrazioni fiscali, un certificato di matrimonio e la pensione di reversibilità! Oltre allo statalismo, torna anche un iper-materialismo ideologico. E siccome lo Stato cambia, cambia anche la famiglia, dicono.
Indubbiamente, ci sono stati dei cambiamenti nella storia: la famiglia patriarcale è diversa dalla famiglia mono-nucleare di oggi, ma non è che cento, duecento o duemila anni fa tutte le famiglie fossero tribù patriarcali! E la naturale attrazione fra i sessi, la necessità e la volontà di prendersi cura dei figli non l’ha inventata né mutata nessuno stato e nessuna legge. Tranne casi estremi, come il marxismo di Pol Pot che per creare la “società perfetta”, ha sistematicamente smembrato le famiglie, oltre a sterminare un terzo della popolazione. Ecco, semmai lo Stato ha in alcuni casi distrutto la famiglia con la violenza, o recentemente con sistemi meno cruenti e più micidiali, ma non l’ha mai creata.
Segue un brano dove logica vorrebbe si addensassero le spiegazioni decisive e invece, è estremamente confuso:
“Il protestantesimo invita a concepire ogni famiglia come un nucleo di esistenze imperniate sulla vocazione, sulla formazione di un legame duraturo e sull’alleanza di grazia con Dio. Le nuove forme di famiglia sono a volte percepite come una messa in crisi della cosiddetta «famiglia tradizionale», in realtà possono essere un contributo alla riflessione sulla vocazione dei/ delle credenti: si creano così le condizioni per vivere tutte le forme di famiglia in modo cristiano, senza però «cristianizzarle» ma mantenendo quella distanza critica che consente di relativizzare ogni forma di famiglia.”
Belle le parole sul legame duraturo e molto suggestive quelle “sull’alleanza di grazia con Dio”, ma dove sta l’alleanza se si fa il contrario di quanto Dio, nella Sua parola, più volte dice? Notevole il tentativo – fallito – di spiegare che le cosiddette “nuove forme di famiglia” non danneggiano la famiglia tradizionale, perché sono “un contributo alla riflessione sulla vocazione dei credenti”: e che significa? Parole parole, finalizzate a “relativizzare ogni forma di famiglia”, cioè “relativizzare” anche la parola di Dio, che nella Scrittura è molto specifico su cosa è famiglia e cosa non lo è: chiamare “famiglia”, ciò che la Bibbia definisce “abominio” è un bell’esempio di relativizzazione. Detto più chiaramente, l’obiettivo appare essere infischiarsene della parola di Dio e di Dio stesso.
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