Di sicuro lì c’era la cosa più preziosa
Da qualche settimana, nella versione in inglese della voce “Angrogna” di WikiPedia si legge:
“Secondo alcune predizioni, Pradeltorno sarà l’unico luogo, con Bugarach, nei Pirenei francesi, che sarà risparmiato nell’apocalisse del 2012. Questo per via dei riti che erano un tempo celebrati dai Valdesi alla presenza del Sacro Graal che, per un breve periodo, sarebbe stato custodito in questi luoghi”. Una notizia curiosa e stravagante, sulla scia della presunta profezia maya secondo la quale il 21 dicembre 2012 andrebbe in scena la “fine del mondo”. Premesso che è tutta una bufala, vediamo da dove spunta questa bizzarra “deroga” per Pradeltorno di Angrogna e cosa può avere spinto dei non valdesi a mettere in giro questa leggenda, che risulta del tutto nuova.
Pradeltorno, oggi parte del comune di Angrogna, era la principale roccaforte dei Valdesi al tempo delle persecuzioni. La sua collocazione al termine di un vallone lungo e stretto imponeva agli assalitori un percorso dove ogni passo poteva dar luogo a un imboscata, anche solo con massi fatti rotolare dai pendii e fionde. Oggi vi si può ammirare, su uno spuntone di roccia, un bellissimo tempio valdese. Certamente, Pradeltorno era il luogo migliore per custodire eventuali oggetti ritenuti particolarmente importanti per i Valdesi. Se mai avessero custodito il “Sacro Graal”, l’avrebbero forse davvero tenuto a Pradeltorno.
Che cosa sarebbe questo Sacro Graal? Non si hanno notizie di questo misterioso oggetto prima del XII secolo, l’epoca delle Crociate, quando si andava a caccia di ogni sorta di reliquie. Il Graal, sarebbe la coppa con la quale Gesù istituì il sacramento dell’Eucaristia, ovvero Cena del Signore, ovvero Santa Cena. Quella stessa coppa sarebbe stata usata da Giuseppe d’Arimatea, colui che ottenne il corpo di Gesù deposto dalla croce e lo pose nel sepolcro di sua proprietà, per raccogliere il sangue del Cristo (cosa quest’ultima che non è descritta nei Vangeli). Noi sappiamo che, se pur questo oggetto fosse stato conservato, non avrebbe alcun valore spirituale né “magico”, ma – forse in connessione con una leggenda celtica su un magico calderone – nel Medio Evo gli furono attribuite ogni sorta di virtù straordinarie. Che cosa potessero farsi gli antichi valdesi di un tale oggetto non si sa.
Altri però affermano che il Graal sarebbe, in francese, “sang réal”, cioè sangue regale, una discendenza regale. Di quali re? I re francesi Merovingi, che discenderebbero nientemeno che da Gesù, la cui moglie sarebbe stata Maria Maddalena (sposata nelle nozze di Cana, dove Maria e Gesù hanno per la fornitura di vino un’attenzione insolita per dei semplici ospiti), giunta nel sud dell’attuale Francia con – in grembo o fra le braccia – il figlio del Messia. Del resto i Re di Francia ebbero fama di guarire con l’imposizione delle mani… Ma cosa avrebbe fatto questo re o comunque discendente di Gesù a Pradeltorno?
Un’altra ipotesi è stata avanzata da Graham Hancock, prolifico scrittore investigatore di antichi misteri e civiltà. Secondo Hancock, la leggenda del Graal sarebbe stata inventata in ambiente templare per tramandare notizie su un oggetto biblico: l’Arca dell’Alleanza, di cui si parla nell’Esodo e in molti altri libri. Arca che, sempre secondo Hancock, sarebbe finita in Etiopia, dove la Chiesa etiope afferma tuttora di custodirla (e un torinese l’avrebbe anche fotografata). Allora, l’Arca dell’Alleanza a Pradeltorno, di passaggio da Gerusalemme ad Axum? Nell’ambito delle stravaganti ipotesi, è quella non totalmente assurda in un punto: se gli antichi valdesi si fossero trovati fra le mani quell’oggetto, dettagliatamente descritto nella Bibbia, con tanto di raccomandazioni di come trattarlo senza subirne i danni più volte descritti, l’avrebbero trattato con riguardo. E magari custodito a Pradeltorno, dove Indiana Jones l’avrebbe ritrovato con più difficoltà…
In realtà, i Valdesi tenevano realmente a Pradeltorno la cosa più preziosa che potessero avere: la scuola per formare i predicatori, il luogo dove si studiava la Parola di Dio e come diffonderla adeguatamente. Ancora oggi si può visitare il “Coulege di Barba”, le casette dove questo avveniva, a pochi passi dal Tempio.
Forse questo andrebbe detto ai curiosi che chiedono notizie del Sacro Graal in Valpellice. Di quello nessuno ha notizie in zona, della potenza della Parola di Dio resta invece ancora memoria. Visto che in tanti prendono ancora noi Valdesi sul serio, anche su cose inventate, dovremmo cercare di farlo anche noi, sulle cose che contano davvero.
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