Halloween, festa pagana contaminata dalla Chiesa Romana – Perché i Valdesi non ne sono mai stati toccati?

Imperversano in questi giorni feste, maschere e cento altre cianfrusaglie per l’importante necessità di “celebrare Halloween”, presunta tradizione completamente sconosciuta in Italia fino a cinquant’anni fa. Halloween, del tutto priva per noi di messaggi spirituali positivi, è un interessante fenomeno di sincretismo (a volte, di “sincretinismo”!), di stratificazione di diverse culture.

Dentro Halloween c’è di tutto. Al di là del nome, che significa “vigilia di Tutti i Santi“, porta con sè tracce di tante cose assai diverse fra di loro. Proviamo, con grande approssimazione, ad elencare:

1)      Lemuria, la festa dell’antica Roma per placare gli spiriti dei morti affinché non facessero sortilegi o attacchi contro i vivi, che si celebrava a metà maggio;

2)      Pomonia, le celebrazioni di Pomona, la dea romana del raccolto, che si tenevano in autunno, tra l’altro con l’offerta di dolcetti per ringraziare dei frutti raccolti ed evitare un inverno troppo rigido o che danneggiasse quelli dell’anno seguente; reca evidenti punti di contatto con Samhain;

3)      Samhain, il capodanno celtico del 31 ottobre, punto di passaggio tra anno vecchio che muore e anno nuovo che nasce, momento di incontro tra mondo dei vivi e mondo dei morti – per il resto dell’anno rigidamente separati, regno di fantasmi, divinazioni con evocazioni degli spiriti dei defunti e ogni sorta di fenomeni paurosi legati all’oltremondo;

4)      la dedicazione del tempio pagano del Pantheon di Roma alla Vergine e ai Martiri il 13 maggio 609, divenuta festa fissa, volta a sovrapporsi a Lemuria e cancellarla;

5)      lo spostamento della festa del 13 maggio al 1° novembre, dedicandola non solo ai martiri ma a Tutti i Santi, avvenuto nell’835 allo scopo di sovrapporsi a Samhain e Pomonia;

6)      l’istituzione (998) della Commemorazione dei Defunti per il 2 novembre nel tentativo di cristianizzare i persistenti residui di Lemuria, Pomonia e Samhain; i poveri e i bambini chiedevano buone cose da mangiare in cambio di preghiere per le anime del Purgatorio; ma in Europa, e specialmente nel Nord, e ancor più specificamente in Irlanda, restano forti tracce, usanze e credenze del tutto pagane;

7)      la “notte di Guy Fawkes”, che celebra l’arresto, il 5 novembre 1605, di Fawkes, cattolico che insieme ad altri organizzava un attentato con esplosivi contro il Parlamento di Londra, roccaforte protestante al tempo di Re Giacomo, quello della nota traduzione biblica, che nei piani dei congiurati doveva essere ucciso; divenne una sorta di risposta protestante a Tutti i Santi, in cui si bruciava in effigie non solo Fawkes, ma anche il Papa;

8)      la leggenda irlandese di Jack O’ Lantern, astuto ubriacone che avrebbe fatto un patto con il diavolo, e che, rifiutato da Paradiso e Inferno, vagherebbe usando una lanterna intagliata in una zucca (originariamente in Irlanda una rapa); la storia e l’uso di lanterne di zucche è parallela ad altre simili diffuse anche in molte parti d’Italia;

9)      l’esportazione di questa commistione in America del Nord, specialmente in Virginia, mentre nella Nuova Inghilterra puritana non vi era traccia della festa di Tutti i Santi o di Samhain;

10)  il forte impulso alle vecchie tradizioni paganeggianti dato a metà del XIX secolo dalla grande immigrazione irlandese negli Usa; fra i nuovi arrivati imperversano racconti e usi legati ad elementi particolarmente tenebrosi e inquietanti, anche per il trauma che immigrati portavano con sé a seguito della spaventosa carestia delle patate un cui morì forse un quarto o più della popolazione dell’Irlanda;

11)  l’altissimo numero di morti e di dispersi durante e dopo la Guerra Civile negli Usa (1861-65), quando di molte decine di migliaia di persone non si sapeva più nulla perché i loro cadaveri non erano stati trovati o identificati o erano sopravvissuti ma mai tornati a casa; i racconti di fantasmi si sovrapponevano a vere storie di persone credute morte e ritornate a casa o che si credeva fossero tornate o di chi era stato seppellito perché creduto morto;

12)  l’uso degli “scherzi” di Halloween come pretesto per atti di distruzione e violenza indiscriminata, da parte di bambini, ragazzi e teppisti in genere, divenuto ancora più drammatico ai tempi della Grande Depressione dal 1929 in poi;

13)  la reazione da parte delle autorità per contrastare questi atti rendendo Halloween una festa per le famiglie con innocenti giochi, maschere, scheletri e fantasmi, che ha in seguito portato alla stessa commercializzazione che ha investito il Natale, e dunque alla vastissima diffusione che vediamo oggi.

Papa Silvestro I (314-335). Dopo averlo ammonito sui pericoli derivanti dagli eccessivi favori ricevuti dall’Imperatore, Leone avrebbe lasciato Roma per ritirarsi nelle Alpi Occidentali

A tutte queste cose i Valdesi, così come i Puritani del New England, sono stati sempre del tutto estranei, ben lontani da riti pagani così come dai cattolicissimi culti dei santi e dei morti. A differenza di quanto avvenne tra i Puritani, non risultano però neppure fenomeni di stregoneria con relativa repressione. Potremmo anche azzardare che le radici della specificità valdese sono forse così antiche da precedere le commistioni promosse dalla chiesa di Roma con le feste pagane. Dunque più antiche del VII secolo, così come raccontava Jean Léger nel Seicento, parlando di Leone, amico di Papa Silvestro I, da cui il nome di “leonisti” attribuito ai Valdesi. Non ce ne sono qui le prove, ma un indizio in più.

Leonista

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