Si pensa di aver toccato il fondo, poi arriva qualcosa che supera il peggio.
Come pubblicato in questo mese anche nell’edizione cartacea di Riforma, la Chiesa Battista di Cagliari, nelle cui foto abbonda la bandiera arcobaleno del movimento gay, ha partecipato e sostenuto il “Pride” di Cagliari. Il “Pride” è il nuovo nome del “Gay Pride”, la giornata dell’orgoglio omosessuale, che vuole includere anche le altre nuove categorie “LGBTQ” ecc. Va detto che in Sardegna non ci sono chiese valdesi, le quali difficilmente si
sarebbero lasciate sfuggire la ghiotta occasione, e per questo seguiamo questa vicenda “battista”.
Il “Pride” di Cagliari ha un programma politico ben preciso, reperibile nel sito ufficiale della manifestazione. In esso si chiede, fra l’altro: il matrimonio omosessuale (oggi si chiama “unione civile”), le adozioni per qualunque tipo di “famiglia” associato alla totale liberalizzazione della fecondazione artificiale e dunque utero in affitto, legge contro l’omofobia per la quale chi si oppone al matrimonio tra uomo e uomo o donna e donna è equiparato a chi si oppone a matrimoni tra bianchi e neri, tra “ariani” ed ebrei e dunque punito con il carcere come se incitasse alla discriminazione razziale.
Purtroppo, nulla di nuovo, fino qui. Dal profilo Facebook della Chiesa Battista di Cagliariapprendiamo però che hanno partecipato alla manifestazione con bambini/e e ragazzi/e, i cui volti abbiamo oscurato in questa pagina a loro tutela,
ma sono ben riconoscibili nell’originale. Abbiamo capito bene? Dei genitori mandano i bambini alla scuola biblica (o scuola domenicale) e questi finiscono coinvolti in una manifestazione che chiede le adozioni per le coppie omosessuali e il carcere per chi è contrario?Troviamo la cosa molto triste, soprattutto perché una chiesa ai bambini dovrebbe innanzitutto far conoscere il messaggio evangelico. Questa è una novità. O meglio, è probabilmente già successo, ma è la prima volta che viene dichiarato.
C’è poi un’altra novità, sempre riguardante i bambini. Il protagonista del video ufficiale del Cagliari Pride è un bambino di nove anni, oggetto
di espliciti ammiccamenti sessuali da un gruppo “lgbtq”, che – nonostante gli ammonimenti della madre dipinta come una bigotta isterica – finisce per assume atteggiamenti effeminati con sciarpina di piume rosa al collo. Alla fine la scritta: “Diventa gay anche tu!”. Tutto il video è improntato a un’ambigua ironia, poiché alla fine nega che partecipando al “Pride” si diventi gay, affermando che invece si diventa più intelligenti.
Intanto però, “ironicamente”, vediamo un bambino di 9 anni oggetto di gesti sessualmente espliciti, tanto che i produttori del video sono stati
denunciati per istigazione a pratiche di pedofilia.
Reato o no, le immagini parlano da sole. Non pare proprio il posto dove mandare i bambini, tanto meno quelli della scuola domenicale.
Cari fratelli di Sentieri Antichi Valdesi, grazie perché ci siete e perché, grazie a Dio, il vostro movimento sta crescendo. Non vi preoccupate di queste valutazioni sulla vostra onestà intellettuale. I vostri critici non hanno alcun titolo e criterio a fare valutazioni morali, se non il loro distorto soggettivismo. Sono del tutto accecati e se avessero un barlume di buon senso vedrebbero lo stato pietoso delle chiese che dirigono o sono membri. Le hanno svendute alle ideologie più di moda e i loro pastori e pastoresse le stanno distruggendo del tutto. Non ci vorrà molto. Che gli ultimi credenti fedeli che vi sono rimasti ne escano al più presto per formare comunità alternative o unirsi ad altre. Il Signore dice loro: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi” (Apocalisse 18:4).
Altro che essere alla frutta, e dopo questa apostasia possiamo aspettarci pure di peggio di così