Famiglie valdesi nelle persecuzioni. La famiglia di Mathieu Bastie: la fede più forte di ogni altra cosa (seconda parte)

(seconda parte – qui trovate la prima parte)

Circa sei mesi dopo il loro imprigionamento, Mathieu e Marie Bastie, con i loro figli Michel e Esther, di tre e un anno, sono chiusi nella fortezza in pieno inverno in condizioni estreme. Per questo, circa i due terzi dei loro fratelli in fede sono morti. Non c’era ragione umana per sperare che i pochi superstiti sarebbero stati risparmiati.

Ma nel mese di gennaio del 1687, nella fortezza giunge la notizia per la quale avevano tanto pregato: saranno liberati. Non potranno però tornare alle loro case nelle amate Valli abitate da tempo immemorabile dalle loro famiglie, ma dovranno andare in esilio in Svizzera. Ringraziano Dio e si preparano a un’altra terribile prova: circa quattrocento chilometri da percorrere a piedi, che includono il valico delle Alpi, forse con il supporto di qualche carro, in pieno inverno. Un’impresa che richiede diverse settimane e che costa la vita a circa trecento dei meno di tremila sopravvissuti, già provati all’estremo dalla prigionia. Lungo la strada e all’arrivo incontrano tanti parenti e tanti amici, rallegrandosi reciprocamente di essere ancora in vita. Di molti altri apprendono la morte, di altri ancora non ci sono notizia.

ll 15 febbraio 1687 giungono a Payerne, cantone di Vaud. Ma i patti tra il Duca di Savoia e i cantoni svizzeri prevedono che gli esiliati vengano allontanati il più possibile

Scorcio di Payerne oggi

per prevenire ogni velleità di ritorno nelle Valli. Così, prima della fine dell’anno, i Bastie si devono trasferire nel cantone di Zurigo e nell’ottobre 1688 ancora più in là, nel cantone Sciaffusa, salvo poi tornare ancora a Zurigo. Nel maggio 1689 lasciano Zurigo e perdiamo momentaneamente le loro tracce.

Il 27 agosto 1689, 972 uomini di cui circa 600 valdesi, 300 ugonotti e altri protestanti attraversano da Prangins il Lago di Ginevra e sbarcano a Yvoire, in territorio sabaudo per rientrare con le armi nelle Valli, distanti 300 chilometri, tutti da percorrere in territorio nemico. Mathieu non è con loro, non è riuscito a raggiungere il luogo della partenza, così come il capitano Bourgeois, non valdese, militare di professione, che per questo era stato designato comandante dell’impresa. Dopo dieci giorni segnati da enormi fatiche, imboscate, e anche una battaglia in campo aperto, l’impresa impossibile del Rimpatrio è riuscita, ma ora francesi e sabaudi sanno dove sono “i ribelli” e organizzano le truppe per annientarli definitivamente.

Bourgeois pensa allora di andare loro in soccorso e il nostro Mathieu lo segue con entusiasmo  con il grado di tenente, insieme a qualche altro valdese e un migliaio di altri protestanti svizzeri e francesi. Si può immaginare lo stato d’animo della moglie Marie: la famiglia, scampata ai massacri, alla tremenda prigionia e al viaggio, vede Mathieu gettarsi in un altro gravissimo pericolo. Ma la fede li sostiene.

Il 21 settembre la spedizione attraversa il Lago di Ginevra e sbarca in territorio sabaudo, ma questa volta non c’è l’effetto sorpresa. Dopo alcune scaramucce con piccoli gruppi di soldati subito allertati, il capitano ritiene che l’impresa sia senza speranza ed essendo ancora vicino, guida i suoi uomini al ritorno. Tuttavia, l’azione era contraria alle autorità svizzere e Bourgeois sarà processato per ribellione e decapitato a Nyon il 22 marzo 1690.

Sappiamo però che partecipa come tenente alla spedizione del capitano Bourgeois, che aveva l’intento di portare rinforzi ai valdesi del Glorioso Rimpatrio, giunti nelle Valli ma circondati da nemici molto più numerosi. La spedizione attraversa il lago di Ginevra il 21 settembre 1689, ma trova subito ad attenderla soldati sabaudi, cosa che induce il Bourgeois dopo quattro giorni a ritornare in Svizzera, dove sarà processato per ribellione. Mathieu riesce a sfuggire a simile sorta e si sposta nel cantone di Neuchâtel dove la famiglia si riunisce. Grazie al successo del Glorioso Rimpatrio, potranno rientrare a San Giovanni. Mathieu combatterà contro i francesi nell’esercito sabaudo dove diverrà capitano, cosa che in seguito non sarà più consentita ai suoi correligionari, lasciati in pace ma ancora a lungo discriminati.

I figli di Mathieu e Marie si sposeranno entrambi ed avranno cinque figli Michel e due Esther, tutti nati quando Marie era ancora in vita, mentre Mathieu poté conoscere solo i primi quattro nipoti, per poi “essere riunito ai suoi padri” il 26 settembre 1719 a 63 anni, sette anni prima di Marie, deceduta a 61. Una delle tante famiglie che ha fatto proseguire il mondo valdese, nelle più dure circostanze.

Leonista

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