Eppure non sarà l’ultimo passo

Quasi metà della pagina 9 di Riforma del 24 luglio è dedicata al convegno “Identità sessuale e fede: quali percorsi sostenibili?”, organizzato dalle associazioni “Nudi” e “Tgenus”. Spicca fra i partecipanti Elena Salamone, presentata come “membro della commissione Fede e omosessualità della Tavola valdese”, che evidentemente esiste ancora, nonostante la commissione Famiglia, matrimonio e coppie di fatto sia ormai la punta di diamante dell’estremismo omosessualista.

Tutte memorabili le affermazioni della signora Salamone, a cominciare da quella secondo cui la chiesa valdese è “una vera e propria ‘repubblica’ (perché tutto in essa si svolge in termini democratici) che resiste da più di sette secoli nella terra più cattolica del mondo”. Abbiamo ampiamente descritto quanto la democrazia sia ormai sempre più solo apparente, poiché da circa cinquant’anni il Sinodo è costituito in maggioranza da pastori non eletti, i quali decidono chi e come saranno i loro successori. Un sistema ormai simile a quello della Chiesa Cattolica Romana, dove il Sacro Collegio dei cardinali elegge il papa, che nomina i nuovi cardinali, che eleggeranno il suo successore. Il Sinodo Valdese ha solo l’aggiunta del disturbo, ormai sempre più relativo, di avere anche una minoranza di eletti dai pochissimi membri di chiesa che partecipano alle assemblee, minoranza sempre più ininfluente e omologata ai pastori che generalmente fanno il possibile per pilotarne l’elezione. Ci sarebbe anche da chiedersi cosa ci sia di democratico quando la Fcei prende delle decisioni che coinvolgono tutti i membri di chiesa, come quella di entrare in comitati referendari, pur non avendone mai ricevuto il mandato e tale decisione essendo palesemente fuori dai compiti indicati dal proprio statuto.

Merita qualche attenzione la menzione dei “sette secoli”. Se aggiungiamo sette secoli alla conversione di Valdo, che è del 1173 o 1174, arriviamo alla fine dell’Ottocento. Forse Salamone voleva riferirsi al territorio dell’attuale Italia, dove la presenza valdese è certa fin da prima del 1220. Potremmo vederla così: poco più di sette secoli dopo la Chiesa Valdese ha iniziato un percorso che porta alla distruzione, ma difficilmente lei intendeva questo.

Tuttavia, dopo questo traballante esordio, arriva ben altro: “Se siamo arrivati al punto di benedire le coppie omosessuali lo dobbiamo alle donne della chiesa valdese, al pastorato femminile, e alla teologia femminista.” Infatti, un’altra intervenuta, Manuela Lops, “referente del Centro ecumenico Agape”, finanziato dalla Chiesa Valdese anche con l’8 per mille, ha delineato il percorso che c’è stato nell’avanguardia costituita da Agape: “[n]el 1974 c’è stato il primo campo-donne poi trasformatosi in campo politico donne. Quindi a seguire si sono organizzati i campi gay e i campi lesbiche.” Ogni volta sembrava che fosse la fine di un percorso, invece – apprendiamo – era solo una tappa. Ora si capiscono meglio le ragioni di quei tanti che – esattamente 50 anni fa – votarono contro le donne pastore. Forse non erano retrogradi e, anzi, vedevano molto avanti.

Anche oggi, probabilmente, non siamo alla fine del percorso, ma ipotizzare i passi successivi rischia di essere ridicolo. Chi nel 1965 avesse detto: “Vedrete, di questo passo arriveremo al matrimonio omosessuale!” sarebbe stato coperto dal ridicolo. Anche la TEV fu criticata perché già negli anni ’70 si preoccupava dello “sdoganamento” dell’omosessualità.

Proviamo lo stesso a fare qualche ipotesi di ulteriori follie, anche se è difficile dopo aver assistito a un battesimo di bambini presentati da due “padri”, alla pubblicazione da parte dell’editrice valdese di un libro il cui titolo associa al nome da non nominare invano a pratiche sessuali, a una teologa la quale afferma che le sue esperienze sessuali con uomini e con donne le abbia fatte “come valdese” e altro ancora. Molto presto possiamo ipotizzare di vedere: elezione di pastori dichiaratamente omosessuali in posizioni di grande rilievo pubblico, l’insegnamento della teoria “gender” nelle scuole domenicali (probabilmente si fa già, così come le benedizioni gay erano praticate fin da prima del 2007), matrimoni/benedizioni di transessuali. In un secondo tempo sono ipotizzabili matrimoni con più di due partecipanti e di conseguenza battesimi con più di due “genitori”. Nel lungo termine forse più nulla perché arriverà la fine.

1 commento

  1. La nostra Chiesa ha superato secoli di persecuzioni, di martirio, ha tenuto testa a nemici formidabili, è giunta molte volte sull’orlo dell’abbisso, ed è sempre sopravvissuta, s’è sempre salvata. Qualunque cosa accada, la nostra chiesa sopravviverà.Tragica illusione!
    O chiese dell’Apocalisse: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatiri, Sardi, Filadelfia, Loadicea … dove siete voi ora, perchè siete scomparse? Eppure siete state fondate dagli apostoli e il vostro passato era glorioso!
    E tu, Chiesa Valdese, credi tu d’esser di più di loro? Io ti dico in verità che se non ti ravvedi, similmente perirai.

    Tratto da “Ciò che lo Spirito dice alle Chiese.” Sermone del Past. Gustavo Bertin predicato all’apertura del Sinodo del 1940

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*