Ho aderito all’Appello al Sinodo promosso da valdesi.eu fin da subito. Pur non essendo un valdese, bensì un credente di fede pentecostale, non mi sono pentito nemmeno un secondo di questa scelta. Ho iniziato a seguire questo sito quotidianamente e ho letto osservazioni, articoli e riflessioni sempre interessanti e stimolanti, per la mente e per lo spirito.
Ho deciso di intervenire anche io con questo articolo nel dibattito che ormai da anni tiene banco all’interno della Chiesa valdese. Non lo faccio come storico, né come osservatore della realtà cristiana in Italia, ma come protestante di matrice pentecostale e, soprattutto, come credente. Sia ben chiaro: non è mia abitudine guardare e “ficcare il naso” nella casa altrui ma, in questo caso, voglio consapevolmente rompere il silenzio perché la Chiesa valdese è un patrimonio spirituale che si sta sgretolando, un gigante dai piedi d’argilla che necessita di soccorso divino. Un aiuto che deve provenire non da mano d’uomo, ma direttamente da Dio. Lo faccio anche in previsione del Sinodo che si terrà prossimamente, e che potrebbe lanciare quei segnali che in tanti – valdesi e non – stanno aspettando da tempo.
Nel corso degli anni, in cui ho osservato gli avvenimenti all’interno della Chiesa valdese, mi hanno assalito tanti dubbi e incertezze. Proprio non comprendo, ancora oggi, come una Chiesa così storicamente fedele all’Evangelo, in poco più di cinquant’anni, sia stata guidata da uomini che hanno prediletto delle idee cosiddette progressiste, spesso palesemente in contrasto con la Bibbia e i principi dell’Evangelo, invece che la Parola di Dio.
Lo dico con la semplicità che caratterizza il mio pensiero e la mia scrittura. Senza troppi giri di parole o chissà quali riferimenti teologici. Il quadro della situazione che si è delineato in questi anni è molto limpido, trasparente e cristallino. Vedo una Chiesa martoriata e dilaniata da una lotta fratricida, da uno scontro che in sé è tutto politico. Vedo persone accanirsi per difendere ideologie che hanno fallito anche nel mondo, ma che alcuni di essi si ostinano a difendere e promuovere all’interno della Chiesa valdese.
Pare sia diventato uno scontro tra “democratici e repubblicani” o tra “conservatori e progressisti”, ma l’impressione è che c’è ben altro in gioco. Si tratta di una lotta contro il cancro che sta uccidendo la Chiesa valdese: la politicizzazione che ha invaso le coscienze di molti e l’intolleranza che muove i dirigenti verso tutti quelli “non allineati”. Insomma, non è assolutamente pensabile che la Chiesa debba essere solo un megafono per le battaglie civili e politiche. La Chiesa deve combattere per salvaguardare la Bibbia, fonte di ogni verità spirituale. L’unico rimedio per ostacolare l’avanzare di questo cancro è l’azione di Cristo, che deve ritornare a essere il faro, la guida e il Capo di questa Chiesa. E, se mi dovessi trovare su un pulpito o all’interno di un’assemblea della Chiesa valdese, non esiterei a prendere la parola per leggere questo verso a gran voce:
“Fermatevi sulle vie e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa…” (Geremia 6:16).
Alessandro Iovino
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