Due risposte alla lettera del pastore Platone

“Costruitevi una Chiesa”. Perché, questa è sua?

Il buon Zizzi Platone, è sempre lui.

Quando era più giovane aveva atteggiamenti meno paludati, era più “sportivo” ma sempre un po’ eccessivo e precipitoso.

Era direttore dell’allora “Eco delle Valli Valdesi” e si era innamorato di Dario Fo perché andava a dire cose al limite della blasfemia in televisione, e quindi si sperticava in elogi di ogni genere osannando anche la sua coerenza comportamentale ma dimenticando (o fingendo di non sapere) che il buon Fo era stato paracadutista della Repubblica di Salò (non uno dei più brillanti episodi della storia italiana).

Ora ci dice “Costruitevi una Chiesa” (perché questa è sua?) se no zitti. Questa è la novità più interessante perché gli altri atteggiamenti sono tipici: io dico quel che mi garba, se tu dici che non sei d’accordo dico che vuoi sfasciare tutto, se dici che non vuoi sfasciare tutto dico che sei arrogante, se reclami il tuo diritto ad esprimerti senza che le tue parole vengano travisate dico che credi che la tua verità sia più vera delle altre e se dici che vuoi solo confrontarti dico che vuoi una visibilità per “risvolti politici”… e via di questo passo.

Come dicevo, la novità è “costruitevi una Chiesa” (e non mettete il naso nella “mia”), credo che questo possa essere il motto della Chiesa dell’accoglienza che viene sbandierata come una specie di slogan pubblicitario.

Un invito di questo genere si commenta da sé ed esprime in modo inequivocabile la decadenza spirituale ed anche intellettuale di chi lo formula, mi piacerebbe sapere se questo autorevole quanto fraterno atteggiamento è condiviso da molti altri personaggi di questa brigata di monopolisti della teologia, dell’esegesi e della storia oltre che depositari della più insindacabile delle ideologie.

E’ triste osservare tanta assenza di spirito fraterno, tanta assenza di umile diposizione all’ascolto, tanta drammatica alterigia in chi oltretutto pretende di avere un ruolo di guida nella (con buona pace del Past. Platone) “nostra” Chiesa.

Fabrizio Malan

 

 

Niente di nuovo dal pastore Platone

Finalmente il pastore Platone si è fatto sentire dando voce a mio parere ad uno dei fulcri principali delle deviazioni teologiche non bibliche che la chiesa Valdese già da anni sta assorbendo.

Il pastore menziona risvolti politici che il sito vorrebbe promuovere. Un’affermazione che – devo confessare – mi porta a pensare che forse il pastore semplicemente non sia in grado di comprendere cosa sia per noi il vero cristianesimo in quanto la politica sembra che per lui debba venire prima di una sincera ed onesta lettura biblica. Come se le sue posizioni non combaciassero quasi perfettamente con delle ideologie politiche facilmente identificabili.

Poi il pastore menziona varie verità proponendo il conosciuto relativismo teologico liberale che afferma l’impossibilità di giungere ad una verità, dal momento che probabilmente per questa scuola di pensiero la verità non esiste. Al contrario, esisterebbero solo varie opinioni che in qualche modo dovrebbero nel migliore dei casi rimanerne parallele, in quanto potrebbero nello stesso tempo essere vere o false in base ad un punto di riferimento variabile nel tempo e nello spazio. Dogmi che con la Bibbia non hanno niente a che fare. Insomma, Cristo sarebbe morto solo per generare ulteriori perplessità e domande, destinate a creare solo infiniti dibattiti. La Bibbia sarebbe un Postal Market da consultare, potendo a piacimento prelevare quello che già in partenza si è deciso di appoggiare.

Che confusione, che disastro, e che Dio confuso sarebbe questo, che genera tanta confusione ad un’umanità già lacerata. Un Dio di cui sicuramente, nella mia fragilità umana accompagnata dalla mia sete di giustizia e verità non necessito affatto.

Poi, secondo il pastore, il dissenso non esisterebbe nelle chiese valdesi ed evangeliche, ma sarebbe limitato alle realtà pentecostali. Secondo lui sarebbe caratteristica delle altre chiese evangeliche e protestanti possedere una pluralità di posizioni quando nella realtà sappiamo tutti che alcune posizioni come il “sola scrittura” erano indiscutibili. Non capisco poi perché, secondo il pastore, l’aggettivo valdese dovrebbe essere solo utilizzato dal sito della chiesa e non da altri. Alla faccia della libertà di pensiero e pluralità di posizioni e di identità che il pastore a parole sembrerebbe voler promuovere.

Poi, secondo il pastore, ogni dissenso al di fuori del Sinodo dovrebbe essere completamente azzittito proprio come in un regime dittatoriale.

Insomma niente di nuovo da parte del pastore Platone ma, al contrario, uno scritto dal mio punto di vista estremamente prevedibile, e pur sempre condito con concetti politici ed ideologie che con il cristianesimo hanno pochissimo da spartire.

Scusate se sembrerò polemico ma sarei rimasto veramente sorpreso dal contrario. Un saluto caloroso a tutti voi amici del sito. Se per promuovere Cristo dobbiamo scuotere le anime e le menti magari rischiando di sembrare polemici, be’ io personalmente non posso che rallegrarmene.

Che Dio benedica i suoi figli.

Alessio Costa

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