Nel blog di una sorella è pubblicato uno studio del grande evangelizzatore Camillo Mapei, Testimonianza di tre padri inquisitori, sull’antichità dei Valdesi – assai maggiore del mercante lionese Valdo o Valdesio o Pietro Valdo, che oggi ne viene obbligatoriamente ritenuto il fondatore. Lo studio è incluso in un libro, reperibile in internet, che raccoglie i numeri della rivista evangelica L’Eco di Savonarola pubblicata in italiano e in inglese a Londra. Negli anni intorno al 1850, l’Eco riporta numerosi articoli a proposito dei Valdesi. Essi sono visti come la prova che non è la Chiesa Cattolica Romana la detentrice della continuità apostolica, ma lo sono piuttosto i nostri predecessori/antenati.
Due elementi sono particolarmente importanti.
Secondo Camillo Mapei, fondatore e principale animatore dell’Eco di Savonarola, quello che per secoli si è chiamato Pietro Valdo, si chiamava in realtà Pietro, e gli fu aggiunto l’aggettivo Valdese, non Valdo, in quanto eretico. Secondo Mapei, infatti, gli scritti dell’epoca non riportano mai il nome Valdo ma solo l’aggettivo valdese. Diversi scritti dell’epoca ritenevano che questo Pietro Valdese fosse stato convertito da predicatori valdesi. Oggi, la storiografia ufficiale dice il contrario: egli si chiamava Valdo o Valdesio e il nome Pietro gli fu aggiunto in seguito per significare che era un secondo Apostolo Pietro. Bisognerebbe consultare le fonti accuratamente, ma certo che è sempre difficile pensare che valdesi medievali, cui persino i persecutori attribuivano di essere riconoscibili dal “non mentire”, abbiano falsificato la loro storia, inventandosi l’origine antichissima, e persino il nome di colui che comunque è stato il più grande valdese di ogni tempo.
Altro elemento ancora più interessante è che, secondo il Mapei, l’inquisitore Raniero Sacco, che scrive nel 1240, distingueva i Valdesi seguaci di Pietro Valdo di Lione, recenti, da quelli più antichi, i Leonisti, così detti perché traevano la loro origine dal buon Leone, che fuggì dalla corruzione di Roma ai tempi dell’imperatore Costantino (306-337). Già all’epoca, insomma, i Valdesi non sarebbero stati una cosa unitaria, ma distinti in diversi gruppi, tra i quali i seguaci di Valdo non sono i più antichi! Anche questa ipotesi appare molto interessante, e assai più idonea a conciliare i vari elementi che abbiamo rispetto al dogma secondo cui i Valdesi sarebbero saltati fuori dal nulla dopo la conversione del lionese Valdo…
Chissà se i leonisti approvarono un ordine del giorno contro i seguaci di Pietro Valdo per condannare l’uso non autorizzato del nome “valdesi”?
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